# ach! diavolo d’un motore di ricerchen!…
# ach! diavolo d’un motore di ricerchen! #
Istruzioni per l’uso:
1. aprire Google,
2. digitare weapons of mass destruction
3. cliccare su Mi sento fortunato
4. leggere (se sapete l’inglese, altrimenti fatevi aiutare)
5. riflettere (se sapete riflettere, altrimenti non fa nulla)
Mi dicono che funziona in modo simile anche con ricerche molto più sbarazzine (trombare la gnocca, per esempio).
Non è male in fondo pensare che Google abbia un’anima hippy: mettete fiori nei vostri motori di ricerca.
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Oggi ho fatto un nuovo colloquio. Trovandomi di fronte a una selezionatrice donna non ho resistito.
E mi sono espresso al meglio nella parte del giovane futuro padre in trepidante attesa di prole. Con un uomo non credo che funzionerebbe. Con la donna è quasi sempre un successo. Se siete al primo figlio (o lo fingete) e sapete intortarla bene può rivelarsi un’apoteosi. Attenzione però: dovete stare all’occhio e capire il personaggio. Un conto è sospingerla simpaticamente a ricordare vecchie emozioni, un altro è farla riflettere sul rapido ticchettare del suo orologio biologico.
In entrambi i casi – ne sono coscio – simulare una gravidanza della compagna/consorte è un privilegio esclusivamente maschile.
Ben altro precario destino vi attende di questi tempi se la pancia che lievita è inequivocabilmente la vostra.
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Oggi mi è caduto il telefono cellulare. Si è aperto in tre o quattro pezzi. L’ho visto bene dall’interno.
L’ultima volta che ne avevo visto uno dall’interno stavo a Roma, a piazza S. Giovanni, alla fine di una manifestazione che non ricordo per cosa fosse. C’eravamo io, Mattia e due signori in divisa che ci hanno ordinato di levare le aste di metallo dalle bandiere. Poi ci hanno fatti scendere dal cellulare e via.
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Una volta, tempo fa, salendo su un treno si poteva scegliere. A seconda di quanta voglia avevi di avere a che fare con il tuo prossimo potevi sederti nello scompartimento col signore distinto che leggeva il Corriere (scusi, posso dare un’occhiata al giornale?), in quello con la bella ragazza sola (scusi, non ci siamo già visti da qualche parte noi?), in quello con la coppietta vacanziera (limonate sereni, ragazzi, non mi disturba affatto), in quello con la famigliola con bimbi piccoli (scusi, come si spengono questi due generatori di rumore?), in quello con le due signore anziane (come dice? No, spiacente il punto croce non lo conosco), in quello con nessuno dentro (che bel panorama, chissà chi arriverà).
Oggi difficilmente trovi gli scompartimenti. Ma che ci siano o no ti troverai in mezzo a persone che parlottano coi loro cellulari, digitano sui loro cellulari, provano le suonerie dei loro cellulari.
E tu probabilmente farai lo stesso.
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Se ancora non l’avete fatto, telefonate al signor Telecom al 187 e chiedete la disattivazione del numero 709. Così non rischierete di vedervi recapitare bollete smisurate per connessioni truffa imposte via web. O proteggetevi in altro modo, con comodi profilattici anti dialers.
Alla Telecom ora sono molto gentili e ti spiegano tutto per bene. La richiesta di disattivazione è addirittura gratuita. Sì, perché fino al mese scorso si dovevano cacciare ben 13 euro e rotti per farsi togliere un servizio che te ne succhiava molti più assai.
Se invece, come me, avete ricevuto una bolletta strana (per me son solo 40 zucche in più ma in giro c’è del gran peggio) allora leggete qui cosa dovete fare.
Ps: è la prima volta che linko alla polizia di stato, ops scusi signor brigadiere addetto al controllo che legge queste righe… alla Polizia di Stato.
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Apprendo che qui c’è un’ottima biblioteca delle menzogne che potete consultare per valutare meglio le mille catene strappalacrime (le peggio incurabili malattie infantili) o le leggende strapparabbia (bonsai kitten) che circolano sulla rete e infestano le nostre mail.
Io non lo sapevo che Alfredo Nobel si rifiutò di istituire un premio per la matematica perché sua moglie si sollazzava sovente con un matematico.
Ovviamente il fatto che io non lo sapessi non significa che ora sia vero.
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Se per caso ci avete il satellite e codesto canale e per altro puro caso siete interessati dalla pubblicità in tutti i suoi meravigliosi e pessimi risvolti allora non perdetevi questo programma.
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Una decina di giorni fa è arrivato Guglielmo.
All’arrivo ha fatto splash perché giunto tra noi con parto in acqua.
Il suo babbo, solo in quanto munito di regolare brevetto da sub, ha assitito al tuffo.
La prossima sarà Elettra.
Che di energia ce n’è sempre bisogno.
A proposito: epidurale gratis per tutte!
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Ieri @lfa del Sole24 parlava (anche) dei blog. Con notevole approssimazione li definiva “i nuovi siti personali”, ma ciò che mi ha colpito sono le dimensioni del fenomeno.
Qui dentro pare che nel giro di qualche mese si sia passati dall’esser 3.000 a quota 15.000.
Lascio un rigo da riempire con l’esclamazione che preferite.
Di stupore? Di soddisfazione? Di panico?
Fate voi.
Insomma non può non tornare in mente (almeno a chi l’ha letto) il destino del quartiere descritto da LaPizia alla fine di MondoBlog.
Lascio un rigo da riempire con l’espressione pensosa di chi cerca di ricordare.
Oppure due per dare il tempo di consultare il libro.
Oppure mezza paginetta per andare a comprarlo.
Interrogativi
Ma noi ultimi arrivati siamo sgraditi? Se ci comportiamo bene no, direi.
Ma la qualità media dei blog scadrà drammaticamente? Temo di sì.
E come faremo a trovarci e a conoscerci? Ho visto aggregator… devo capire come funziona, pare interessante.
Considerazione
Ovvio che una selezione naturale si farà da sé. Tutte le mode son passeggere. Però che ci sia in atto un fenomeno per cui il fatto di scrivere diventa una cosa di moda, non mi pare affatto una cattiva cosa.
L’ultima volta che dissero che la scrittura era tornata di moda, alludevano agli SMS: 160 caratteri a 200 lire a botta fitti di abbreviazioni e sigle.
In questo post ho già superato quota 1200. E direi che è ora di chiudere qui.