Taccuino trentino 1 – Di sole e di acque
Il tempo qui in valle quest’anno è soleggiato assai con tendenza persino all’afa a mille metri.
In 15 giorni, per intenderci, abbiamo visto più piscine che malghe. E le Terme di Merano sono state una gioiosa scoperta. Se non vi accontentate di 25 piscine (alta, bassa, calda, fredda, tiepida, salata, corrente, stagnante, kneipp, termale, tuffabile, nontuffabile, sitocca, nonsitocca, nonsa nonrisponde, convapore, senzacqua, talassoqualcosa, idromassaggio, vibromassaggio, sidromassaggio, massaggi senzapostrofo, tassaggio con lapostrofo, ecc.) potete anche provare i trattamenti coi prodotti tipici: miele, castagne, latte, fieno e ovviamente mele.
A me son bastate le piscine, perché com’è noto il camionista antimetrosessuale che vive in me mi impedisce di praticare troppe presunte effemminatezze.
Ri-enter strategy: sopravvivere al rientro al lavoro
1. Ammalarsi il primo giorno di lavoro. (E questo è accaduto direi per caso, forse come equo risarcimento dell’infuenza dei primi giorni di ferie).
2. Per tutta la prima settimana, mantenere in vacanza a turno o il corpo o la mente. Oggi per esempio sono in ufficio in costume tipico tirolese.
3. Per tutta la settimana pubblicare gli appunti del taccuino della vacanza e relative immagini.
Per quest’anno non cambiare, stessa valle stesse mele
Bah come si cambia, no?
Fino a due anni fa la partenza per le vacanze era anche un piccolo rito: un post apposito qui su blog con i saluti, i progetti, l’invito a ritrovarsi e le raccomandazioni a fare i bravi e non sporcare nei commenti.
Oggi mi rendo conto che non scrivo qui sopra da dieci giorni e già è strano e vabbè.
Che staccherò sì, ma nemmeno troppo perché sarò colllegato anche dai monti e anche via celuare e vabbè.
Che mi mancherete, anche se non me ne andrò e vabbè.
Altre cose però non cambiano: da stasera siamo al solito posto, in Val di Non, terra di mele, prati e burp-nonni.
Buone vacanze a voi, serenità prima di tutto.
In gita a Zurigo. Con 4 blogger e 4 soldi.
Ebbene sì, vado in gita. Sì, una specie di gita. Dove io sono l’accompagnatore non protagonista, anche se già tutti mi chiamano “prof”. E a me piace un sacco perché al primo giorno di scuola lo si chiede al prof. più simpatico se ci porta in gita.
Per lavoro quindi me ne vado a Zurigo, martedì e mercoledì della prossima settimana. Con me ci saranno quattro blogge… quattro persone attive in rete (poi apriamo il dibattito su come definire chi usa un sacco di social network tra cui – anche – il blog), scelte per andare alla scoperta di Zurigo… in modalità lowcost.
Ci inventiamo un fine settimana dentro la settimana.
Abbiamo un budget limitato inferiore ai 200 € e cerchiamo di fare più cose interessanti e divertenti possibile. E scriviamo e scattiamo foto e insomma lo raccontiamo online qua e là. Ma poi anche altrove.
Con me ci saranno Roiability, Foxarts, Kika e Max. Alcuni li conosco, altri no, ma sono una signora squadra di curiosi versatili, di multiformi ingegni e di narratori multimediali. E giuro che lo direi anche se non li avessi scelti io personalmente.
Accettiamo e condividiamo, online come e dove più vi garba, suggerimenti, consigli, itinerari, ricette, segnalazioni e tutto quanto possa essere utile a noi che ci andiamo stavolta e a voi che ci andate la prossima volta.
Intanto su Zurigo ho già scoperto cose inimmaginabili, esempi sparsi:
– dicono che sia la città più vivibile del mondo
– dentro allo zoo ci sta un pezzo di Madagascar
– ha una sindachessa donna e gay.
– segue…
Blues: Paolo e i Rude vanno a Dublino e io a Oslo (ma non subito)
Tra qualche anno suono a Oslo. Sì perché l’altra sera a Ospedaletti, finito di suonare Roxanne con Andrea Demarsalis al soprano, è venuto Billy a chiedermi se poteva suonare un blues. Perché era il suo 55esimo compleanno. Gli ho detto di sì, a patto di ricambiare con la stessa moneta: e farmi fare un blues sul suo piano nel mio 55esimo compleanno (che cadrà nel… ossignur mi fa specie pensarci, non lo dico). A Oslo. Chissà che piano ha Billy. E comunque ha suonato un gran bel blues.
Già che parliamo di blues, il mio gruppo blues preferito, capitanato da fratel Paolo Terlingo, ziuzzubeddu, sarà – udite udite – in tour ad agosto in Irlanda. Ben 11 date tra Cork, Dublino ecc. Beati loro e quelli che li andranno a sentire. Che il diavolo li benedica.
Sul loro Myspace il calendario completo.
A Parma con il Golem
L’appuntamento estivo fuori sede con CINESTESIA è nato proprio qui, in rete. Da una persona, Nicola, che si è incuriosita del nostro spettacolo e ci ha contattato per organizzare una serata a Parma.
Così, dopodomani mercoledì 22 luglio saremo all’arena estiva del Cinema d’Azeglio, (via M. d’Azeglio 33) a suonare sulle immagini del Golem di Paul Wegener, pellicola del 1920.
Unica variazione nella formazione: al posto del buon vecchio Pilo (che ha pensato bene di prendersi un ingaggio estivo di due mesi in Sicilia e beato lui) alle pecussioni avremo un vecchio compagno di ritmi, il buon vecchio Fafo. Di cui continuo a ingnorare le generalità complete.
Suole jazz artigianali per vecchi standard rock
A Ospedaletti (prov. di Imperia, ma molto più in là) io ci vado al mare ma non ci ho mai mai mai suonato. Lì intorno sì. Grazie agli amici Soy Califa, ho battuto un po’ tutti i migliori (e i peggiori) locali della Costa Azzurra… orientale.
Ma Ospedaletti mai.
A parte la chitarra al falò nbegli anni ’80, dico, in qualche alcolica e brufolosa serata adolescenziale di palpiti e pomici, “limonare duro – limonare tutti”!
E invece colpo di scena, sabato 18 suono proprio lì in pieno paese i piazza Sant’Erasmo.
Duo acusticissimo piano e sax tenore, con il fido Andrea de Martini. Da cui il (pessimo) nome del duo: DuoDema.
Repertorio classici del rock, risuolati in jazz.
Risuolati sì, proprio così: noi col martello e qualche chiodo gli facciamo le suole nuove e le canzoni poi camminano diverse.
La foto è presa in prestito da Cris01. C’entra coi piedi: quel piede nudo lì è di un grandissimo. C’entra con Ospedaletti perchè è scattata lì.
Una settimana al mare tra Jacopo Sarno e Capitan Mutanda
Terminata la settimana al mare con nonna e bimbe ecco cosa è rimasto appiccicato sulla mia agendina.
1. Un mercoledì qualunque le ho portate in spiaggia entrambe. Ero l’unico babbo con prole in una spiaggia tutta di brave mamme con prole. Senza troppo dare nell’occhio, ho cercato di copiare qualche trucchetto e un minimo di logistica. In ogni caso, al termine della mattinata ero esausto. Pensavo che per riposarmi ci sarebbe voluta un’intera settimana di lavoro.
2. Sfogliando Vanity Fair guardiamo le foto di Michael Jackson. “Papi guarda: ha anche lui l’ombelico al contrario”. Ebbene sì, ho il monigolo retroverso. Non sapevo che pure Jacko. Chissà se per averlo come il mio ha dovuto fare qualche intervento, poraccio.
3. “Papi ma perché la figlia di Michael Jackson che ha appena parlato era così… tutta bianca? Non doveva essere… marrone chiaro? Papi? Papi… va bene me lo dici quando hai finito di piangere.”
4. “…si chiamava Jacopo il bambino sulla boa, quello che non stava mai zitto. Jacopo come Jacopo Sarno. Non lo sai, papi, chi è? È una star di Disney Channel. Fa il giudice in un programma tipo di musica, che ci sono i solisti contro i gruppi… poi invita i suoi amici a casa e gli fa vedere la sua stanza… è uno che suona tante cose eh… il piano, la chitarra, un po’ tutto. Un po’ tipo te. Però lui è bello.”
5. “Papi, ma quelli che hanno l’erre moscia, pensano anche con l’erre moscia?”
6. “Papi sei stato proprio scemo a buttare la nostra palla in mare così lontano, troppo lontano perché ora l’onda se la porta via e non torna più. (…) Sì papi se vuoi abbasso la voce perché mi sentono tutti, però tanto tu sei stato uno scemo lo stesso.”
7. In due giorni Alice si è divorata le avventure di Capitan Mutanda. Ma il vero personaggi protagonista di questo scorcio di estate è il Visconte Medardo di Terralba, dimezzato da Calvino, di cui le ho narrato le gesta, tacendone solo alcuni passaggi. Non le ho detto, per esempio, che stavolta rileggendo il libro sognavo di essere uno dei lebbrosi di Pratofungo. Che nella vita non facevano altro che sbevazzare, suonare e fornicare. In totale, invidiabile e contagiosa leggerezza.
Enigmatica e poetica
Mentre stiamo andando al mare, la voce di Alice dal sedile dietro.
– Papà perfavore puoi abbassare un po’ la musica?
– Sì, certo perché? Non ti piace?
– Sto provando ad annoiarmi.
– …
Le ha detto t’amo sulla sabbia
Due anni abbondanti dopo aver dato il primo meraviglioso due di picche disegnato, Alice la settenne riceve la prima dichiarazione.
– Io e Massis stavamo sul lettino della spiaggia era fuori c’era tutta una catastrofe che avevo fatto io ma bellissima e lui a un certo punto mi che detto che mi ama. Mi ha detto proprio ti amo.
– E tu?
– E io gli ho detto “No no dimmi la verità”
– Ah
– E allora lui ha detto che è vero e allora io ho chiamato la mamma.
– Al telefono?
– No, la sua, la mamma di Massis e gliel’ho detto.
– E lei?
– E lei ha detto chebbello chebbello.