Feste finite, titoli di coda

Grazie al perpetuo rincorrersi di una mini emergenza sanitaria e di una mini emergenza metereologica, ho passato le feste ben tappato in casa. E volevo ringraziare in ordine sparso tutti quelli che mi hanno fatto compagnia:
Sir George Martin e il suo libro The summer of love, Mr Bob Dylan (Io non sono qui e No direction home), La notte dei girasoli, Read More

Ragù da meditazione

…è stato verso le 14 che mentre la salsiccia sfrigolava nel soffritto ho avuto per la prima volta la netta percezione dell’accaduto (o dell’accadendo): Facebook ha ucciso questo mio blog?
Alt, non fare quella faccia. Stai shanti. Stai manzo. Stai tranquo.
Non c’è nulla di che allarmarsi, tutti cambiamo, mica sempre in peggio.
Per dire: io ricordo perfettamente che un giorno dell’83 andai dal mio amico Claudio che aveva un anno più di me, trombava e aveva il PX125, e gli dissi che ero preoccupato per lui, che si stava facendo del male, insomma gli dissi di smetterla di farsi le canne.

Che sia un gran 2008 per tutti, buona serata, godetevela.

Fine anno con Roll Over Beethoven!

Prole parcheggiata dai nonni, cenetta con amici da Beppe (mio ex compagno di magione e compagno tuttora), brindisi senza botti e verso la una tutti a Spaziomusica a sfoggiare la basetta e far andare la gambetta.
Solo puro rock’n roll anni ’50.

Christmas Song 2002

Io e Alice 6 anni fa.

Un pigro Natale pure a voi

Sono affitto da pigrizia plurima.

Forse afflitto sarebbe più corretto. Ma a volte i refusi improvvisi non mentono. Questa pigrizia si è installata da me con la sicumera di un locatario moroso e ogni volta che sto per scrivere qualcosa ella interviene diabolica a suggerirmi qualcos’altro. Siccome ben sapete quanto io sia un tipo concreto, ordinato, rettilineo, intollerante a ogni distrazione, firto oppositore della digressione, mortalmente allergico alla curiosità… ella ci mette ben poco a condurmi altrove. E non che io non mi diverta, che so, guardando Boris, scoprendo Esperanza Spalding, riscoprendo Jeff Beck, disegnando fiori, infiorando disegni, fallendo pacchetti, somministrando antibiotici, vagando ebete alla ricerca del regalo strategico ecc. Ah, signori sì che mi diverto. Tanto che poi mi scordo di spedire o di fare o di twittare o di feisbokkare gli auguri di natale e infatti ecchime qua.
A Natale tutti insieme: microbi e germi li facciamo sedere a un tavolo a parte, ma ce li teniamo.

Auguri. Tanti. A tutti.

Quel che mi resta del concerto dell’altra sera

Il sound puro degli Emy Besoog, un trio di ventenni (drum, bass, trumpet) che sono partiti alle 11 da Pordenone per ascoltarci e dividere un pezzo di palco con noi.

Il piacere di suonare finalmente un paio di pezzi con Ruben, il batterista degli Ossi Duri, ripensando alla prima volta che li ho ascoltati in una compilation zappiana e non ci volevo credere che avevano 13-15 anni.

Il piacere di fumare fuori al freddo, indossando al posto di un qualunque berretto, la mia nuova rock-parrucca. Per tacere qui dell’ebbrezza sconosciuta di farsela pettinare.

Il viaggio di ritorno con Paul. Io e lui, l’autostrada, la nebbia, Chris Whitley al dobro e la mia parrucca in grembo che faceva le fusa.

Ci vediamo sabato sera?

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Back to the ’70

Grazie a chi è venuto lunedì al Nidaba, grazie a Kikka che ha scattato, fermando una luce e dei colori che pare un’occupazione anni ’70.
Grazie in particolare a chi dentro una birra, in quel posto lì ascoltando Like a rollin stone si è sentito all’incirca 20 anni di meno.

Grazie pure ai ragazzi di Maggie’s Farm che erano presenti.

Ci rivediamo lì il 14 gennaio.

fidda digga tagga bugga flagga

well, sto un po’ ‘chiappato, un po’ preso, un po’ sottosopra, un po’ di corsa e un po’ malaticcio.

tanto che mi prendo la licenza di postare senza punteggiatura, maiuscole, rilettura.

la lista delle cose da postare si allunga e il tempo si accorcia. e poi io ci arrivo da buon ultimo a darme cuenta ma questo blog è solo un pezzettino del mio essere online. quindi chi mi legge so lo qua sopra magari pensa che non ho nulla da scrivere o che non mi va di farlo o che me ne stracatafotto dei miei 17 lettori agganciati in 5 lunghi anni o pensa chissà cosa e invece no: è solo che scrivi di qua, aggiorna di là, posta di su, linka, commenta, sdelicia, preferisci, twitta, fidda, digga, tagga, bugga, flagga ecc. Senza dire che cmq c’è un pezzo di vita da vivere anche offline. Posto che la distinzione on/off abbia senso. Ecco ieri sera ero a casa sereno e avrei potuto scrivere uno di quei 10 post ma mi sono tuffato dentro una cosa nuova che volevo scoprire da tempo: la fiction Gli occhi del cuore. Che è bellissima. Sì, e anche Boris non è male.

tisicamente vostro

(intanto non c’è bisogno di ricordarvi che sabato 20 siamo al Motorockas di Mozzate a festeggiare il compleanno di Frank Zappa no?)

Papi, non funziona

– Papi, non ha funzionato bene. Quella cosa che mi avevi detto di dire a quelli che oggi mi prendevano in giro perché ho messo gli occhiali…
– Quale? Fatti gli affari tuoi?
– Sì quella funziona, l’altra… quella del pentolino no.
– Impossibile… funziona sempre…
– Ma no papi, perché il Riccardo T. quando gli mi prendeva in giro gli ho chiesto se aveva un pentolino e poi volevo dirgli per farti una frittata di affari tuoi come mi avevi detto tu…
– Giusto, e quindi…
– Ma appena io ho detto ce l’hai un pentolino… lui ha detto sì e te lo rompo in testa! e poi è scappato via.
– …