Zimmerman’s Circus – Lunedì 15 a Milano al Nidaba

Uff che poi ti sembra di averlo scritto anche qui e invece l’hai solo messo su twitter e su facebook sparando poi il tuo regolare centinaio di inviti.

Ok da capo.

Questo prossimo lunedì, finalmente suono qui a Milano. Con una ristretta formazione acustica, con una serata su Bob Dylan, in un posto di culto dove non sono mai stato: il Nidaba. Concerto folk, dipinto di blues. O viceversa, dipende da che parte lo guardi.

Con me sul palco Betty, Teo, Avo e Paolo. Li vedete in questa foto sotto (scattata da Alice!).

Vi aspetto. Su Facebook c’è già una piccola preview audio. E in esclusiva per te che leggi (!?!) (dai fai una faccia stupita tipo Ciumbia? per me??) eccone qui un’altra con “I shall be released”, “It’s all over now, baby blue” e l’altra di cui – confesso – ora non mi ricordo il titolo ma è in fa#, ecco.

Buon ascolto, vi aspetto.

Post sotto l’albero 2008

Anche quest’anno grazie all’abnegazione e alla pazienza di Sir Squonk è uscita la consueta imperdibile raccolta di post natalizi. Sono ben 72 post per 116 pagine.

Prendete e leggetene tutti: si scarica qui – Post sotto l’albero 2008

Quello firmato da me, l’ho scritto ma non l’ho inventato io.

Fedina penale familiare

– Papi, ma qualcuno della nostra famiglia è mai stato in prigione? Ma non in gita eh, in prigione davvero perché aveva fatto qualcosa o magari anche per qualche sbaglio, cioè qualcosa che non aveva fatto lui davvero, dico…

(Quello che c’è stato in gita sono io. Ai tempi dell’università, un bel giorno di marzo con tutta la truppa dell’istituto di Penale, una bella gita a Torre del Gallo).

– Beh… Alice a dire il vero sì, certo che sì. Il nonno Mario, tuo bisnonno, per esempio è stato qualche giorno in prigione ma tanti anni fa perchè nella sua edicola di piazzale Baiamonti vendeva dei giornali che non si potevano vendere…

– Come che non si potevano vendere?

– Ahem… perché erano di un altro paese e allora era proibito in Italia vendere i giornali stranieri. (Ometto il fatto che si trattasse di pionieristiche pubblicazioni svedesi, vietate nei nostro anni ’50 perché contrarie alla pubblica morale).

– E poi nessun’altro, papi?

– Oh come no. L’Armando. Il fratello di quel nonno lì. Morto a Milano molto giovane – abbasso la voce – in una sparatoria…

– Una sparatoria?!?

– Stttt… con la polizia.

– Wow! E tu lo sai cosa aveva fatto?

– No, però lo scopriremo…

Playing Lennon, Dylan, Zappa

Ok, ecco cosa bolle nella pentola dei miei impegni musicali in questo dicembre.

Domenica 7 dicembre accompagno al pianoforte fratel Teo al Lennon Memorial Concert 2008 a Torre d’Isola (PV). Sul palco noi due per fare due signori pezzi: “Jealous guy” e soprattutto quel capolavoro di “I am the walrus”, che è da una vita che lo voglio riarrangiare e suonare. Beatlesiani pavesi e limitrofi accorrete.

Lunedì 15 dicembre sono a Milano al Nidaba con il quintetto Zimmerman’s Circus per un set acustico su Bob Dylan. Sempre con i fidati Teo, Paul, Betty & Avo. Seguirà pagina evento su FB. Dylaniati e non, siate i benvenuti.

Sabato 20 dicembre sono al Motorockas di Mozzate (CO) con la zappaband MN & i Contenuti Speciali, al debutto della formazione low budget – ahimé – senza i fiatozzi. Seguirà giro di inviti per tutti gli zappofili e non. Il 21 dicembre – quindi alla mezzanotte del nostro concerto – casca anche il compleanno del “Maestro Estinto” Frank Zappa.

– E a gennaio, finalmente a Pavia, riprendiamo coi Bluesforce la rassegna “Cinestesia: il cinema muto suonato dal vivo”

Amiche identiche

Qualche settimana fa vi avevo parlato della misteriosa bambina che vive in cucina, dentro il forno. Che è diventata amica di Viola. Ieri le ho sorprese insieme e ora posso fornirvi le prove che ella esiste.

Sono in trattativa con M. Night Shyamalan per scrivere il suo prossimo film. Però comico.

Blog degli studenti del Sole24. Chi vince stavolta?

Ok, allora ultimamente gira così: un paio di volte l’anno vado ai Master del Sole 24 Ore a parlare di web, blog, 2.0 e cazzabubole annesse. In quell’occasione, istigato dalla giovane tutor, divido gli studenti in gruppi e li sprono ad aprire un blog e tenerlo vivo almeno per il trimestre del Master. Alla fine dei giochi, torno in classe e assegno un premio simbolico a chi ha fatto il lavoro migliore.

La volta scorsa assegnammo un tema: il blog doveva essere “musicale”. Stavolta li abbiamo lasciati liberi.

Poi di solito va così: a parte i meno interessati che mollano subito, chi più chi meno ci danno dentro nelle prime settimane. Poi calano. Allora io faccio questo post per segnalarli e portargli qualche visita o commento in più. E poi chi vivrà vedrà. Stavolta alcuni sono molto divertenti.

Banaltrip

Parlo ma perché parlo

Leggendari

Mondospot

24 Spritz

Trash anni 80

Petra e Ferruccio

Vi è mai capitato che durante un concerto, gli artisti vi dedicassero – proprio a voi – la vostra canzone preferita?

“Una canzone molto vecchia per una persona molto nuova: si chiama Alice ed è al suo primo concerto”.

Grazie a Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, perfetti e generosi come sempre anche l’altra sera a Vigevano. E anche a distanza di giorni, l’unica perplessità che io e Alice ci sentiremmo di sollevare è diretta al parrucchiere di Petra. Che a noi ci piaceva di più in versione capello medio-lungo.

Mantova: un solo weekend, tante passioni

Ebbene, diciamo finalmente di Mantova, “Segni d’infanzia”. Un weekend meditato e meritato. E personalmente bellissimo.

Che poi forse parte della sua bellezza è proprio nel fatto che non conoscevo Mantova. Quindi mi hanno stupito tutte le cose che non mi aspettavo: la bellezza e l’atmosfera del centro, la cortesia delle persone, la tranquillità della città, l’ospitalità di un vecchio amico (e del suo fratello windsurfista-naturista.

E va detto che abbiamo imbroccato due splendidi giorni di sole che a novembre sono inatteso cacio sui maccheroni.

“Segni d’infanzia” è un piccolo grande festival a misura di bimbi. Grande qualità: sia nei tre spettacoli visti, sia nel lavoro attento dell’organizzazione si vede che è una macchina che lavora e cresce sana.

Unica pecca: la mancanza sul sito di vere informazioni sugli spettacoli. Un festival per bimbi non può diffondere il proprio programma attraverso un documento di solo testo. E io genitore come scelgo? Sul posto poi per fortuna c’è una brochure perfetta, colorata, ricca. Bastava metterla in pdf sul sito. A meno che non ci sia dietro un pensiero tipo “meno siamo meglio stiamo, psst non ditelo in giro”. Nel caso me lo si dica e appena la fate, il mio amico ospitale mi spedisce la brochure e sto sereno.

Tre spettacoli, tra loro i più diversi. Read More

Quattrocchi (ma senza spargimenti di sangue)

– … quindi papi potremmo prenderli azzurri… oppure arancioni davanti, dove ci sono le lenti e poi di tutti i colori qui di fianco…

I suoi occhi ora sono due enormi olive nere, con un sottile contorno verde. La visita oculistica è finita ma l’effetto delle gocce dilatanti durerà tutto il giorno.
“Occhio di falco”, la chiamavamo quest’Alice, per la capacità di osservare, scovare e memorizzare di tutto. La capacità è salva e non è in discussione. Ma si è scoperto che uno degli occhi di falco è in realtà un classico occhio di talpa. Buono per stupire con il grigio azzurro cangiante che ha preso dalla mamma. Buono per sventolare ciglia nerissime e lunghissime. Buono per distinguere un’elefante da un’auto grigia. Non per molto altro. E benvenga allora l’occhiale.

– Papi adesso te lo posso dire quello che ho pensato stanotte. La Teresa mi ha detto che suo nonno quando aveva una malattia nell’occhio l’hanno portato all’ospedale degli occhi… e io stanotte avevo una paura che mi facevano come a lui.

– Cioè cosa gli hanno fatto?

– Papi, avevo troppa paura che stamattina mi cambiavano l’occhio!

Dodici stronzi

Provaci tu.

A trovarti su un treno verso le 14 con il cellulare completamente scarico e tu che devi assolutamente fare una telefonata a tua moglie per dire che sì stai arrivando e a che ora arrivi che lei ti viene a prendere per darti l’impegnativa da portare all’Asl per domani ecc. vabbè poi qui la trama può anche cambiare. La sostanza è: provaci tu, a chiedere se “per favore posso mandare un sms o fare una chiamata di 20 secondi dal tuo telefono, che è un’emergenza, grazie”.

Provaci. Poi mi dici l’effetto che fa.

E non è che chiedi a caso, nel mucchio, no. Tu passeggi e scegli. Eviti le donne da sole perché il treno è semivuoto e non vuoi spaventare nessuno. Eviti quelli che dormono, quelli troppo anziani, quelli che stanno in quel momento al telefono. E’ un treno di studenti, cazzarola, puntiamo sui giovani. Gruppetti di tipi e tipe sfollati fuori da qualche media superiore, pendolari di treno come te. E non sei nemmeno tanto minaccioso nell’aspetto: barba di tre giorni sì, un po’ spiegazzato, ma cazzo si vede che non sono un barbone o un balordo no?. E poi parlando scegli molto bene le parole, mettendo davanti le più tranquillizzanti: favore, casa, moglie, gentile, grazie.

Ebbene quanti no devi collezionare prima di farcela? Alla fine trovi un signore che, vinta una prima diffidenza, ti chiede “come nascondere il mittente” e poi ti fa chiamare. (Nascondere il mittente? Ma se sono io che ti sto dando il numero di mia moglie!)

No ma non divaghiamo, quanti no ricevi in 5 minuti e tutti con lo stesso cazzo di ritornello: “TSK, no, mi-spiace, non-ho-credito”. Quanti?