Serendipity poetica con colpo di fulmine
Sto uscendo dalla Feltri dopo il giretto post pranzo quando vedo che mi guarda dallo scaffale attaccato alla cassa. Mi sorride colorato. Al tatto è accogliente. La quarta di copertina mi invita allo sfoglio. Mi ci tuffo, lì all’impiedi, ché stavo per andare.
Si chiama L’albero delle parole, di Donatella Bisutti. Mmm Bisutti… la stessa di cui ho trovato citato – nel Mestiere di scrivere di Luisa – un altro libro che mi sono segnato (La poesia salva la vita). “Grandi poeti di tutto il mondo per bambini, dice il sottotitolo”. Chissà come sarà leggerlo insieme alle bimbe? Mi aiuterà a capire perché in fatto di poesia mi sento una capra ignorante? O meglio: perché non ho mai letto un solo libro di poesia?
Mi rispondo sempre di sì. Mi rassicuro. Ma non c’è fretta di acquistarlo ora, c’è coda e devo rientrare in ufficio, tanto so dove trovarlo, ripasso presto, ciao, ti rimetto qu… al tuo post. Ohcazzo.
Non c’è il tuo posto.
Eri abbandonato lì, sopra gialli ed edizioni economiche varie.
Trascinato fin lì da una mano indecisa e lasciato appena prima della frontiera dell’acquisto?
Catturato e trasportato da un bimbo e negato in extremis dal genitore?
Spostato lì da abile mano bookshiftante?
Caso inedito di autolocomozione di un volume in assenza di agenti atmosferici?
Semplice destino?
Ebbene mi aspettavi?
Piacere, sei mio.
– Sono 9 euro – mi fa lui, dando prova di inattesa pragmaticità.
Kazoo che concierto, no?
Non è mio costume sbrodolarmi in autocelebrazioni (altrimenti mi aprirei un blog per fare solo quello, no?), ma il nostro concerto di venerdì a Spazio è stato per noi sul palco fonte di sudata libidine. E se tu che leggi c’eri, ebbene puoi confermarlo nei commenti con la formula che preferisci (“sì, anche io ho goduto”, “vi avrei fatto un pigiamino di saliva”, “bastardi ridatemi i soldi”, “posso avere il cell di quello-a che suonava-cantava…”, “bastardi ridatemi la mia ragazza” ecc.)
Qui trovate alcune foto fatte da Turok, grazie! (Io sono ripreso nel solo di kazoo, strumento da cui sono stato “chiamato” e cui intendo religiosamente consacrare il mio futuro professionale).
Anche stamane su un treno incandescente che ci ha messo 50 minuti ad approdare a Rogoredo, mi riascoltavo il concerto e tra me e me sommessamente, rigodevo. Mi pareva più strano che il tipo accanto a me, ballasse a ritmo dei pezzi che ascoltavo io. Ho temuto di avere gli auricolari troppo alti. L’ho sbirciato e lui dormiva.
Eppure poco dopo mi sono accorto che di nuovo il tipo si muoveva a tempo. In realtà era la mia gamba sinistra che lo cullava. Bypassando timpano e cervello, essa evidentemente riceveva la vibra direttamente dall’iPod, o dal mio ricordo della serata, o più probabilmente da una preview di Parkinson, chissà, e irrefrenata trasmetteva il suo entusiasmo al sedile e al vicino dormiente.
UPDATE: altre foto mi ritraggono con il kazoo.
Punteggiatura puntigliosa
Dalla stanza accanto, voce di Lady Burp. Sopra le righe, ma niente di preoccupante: normale amministrazione.
– Eh no. Basta “ma mamma”, non voglio più sentire “ma mamma”. Quando la mamma ti dice di fare una cosa, la fai e basta e rispondi solo Sì mamma, punto.
– Ah… Anche punto devo dire?
UPDATE: mumble, quello che non esce da questo post, così com’è scritto, è la “faccia da schiaffi” con cui ha pronunciato la battuta, conscia del fatto che faceva una battuta, pur a rischio sculaccione . Un giorno dirà più o meno le stesse cose, ma con quell’adolescenziale strafottenza che ci manderà fuori dai gangheri, I suppose.
Blogbirrettaperitivo: Sabato 18, alle 18.18 (al Loft 18, tutti e 18!)
A meno che non cambino la ragione sociale però il luogo dell’appuntamento si chiama Loft 10 ed è in piazza Cavagneria a Pavia.
E a occhio e croce non saremo più di 10-15, inclusi lettori non-blogganti, fidanzati-e mariti-e al seguito. (Marite?)
Ho aggiornato la paginetta su feisbuk. Attendo vostri commenti. E mi pare tutto?
Ah, no: chi è comodo a passare a prenotare? O famo per telefono? Volontari?
Consigli per gli ascolti #1 (The Hold Steady)
Mumble, ora francamente non ricordo dove li ho pescati. Una recensione mi aveva incuriosito e ho aperto youtube. Loro si chiamano The Hold Steady e in questa, Stuck between stations (pezzo coi controcazzi), sembrano una rediviva E Street Band. Chi li conosce meglio di me, poi dice che discendono anche da altri padri nobili del rock USA ecc. ecc. Sinceramente a me piacciono anche perché non sono giovanissimi e sono pure bruttarelli (eufemismo).
E già che siamo qui che alludiamo al Boss, ebbene ci sono giusto giusto due puntate belle calde di Coverville. Una meglio dell’altra. Anche se la prima sensazione è strana quando quei pezzi lì li canta qualcun’altro, no? Sembra che gli manchi il tiro. La voce? Dite? Occazzo, ma sono già le 7.10? Ciao, ben alzati, buona giornata.
Spamma come mangi
Un paio di post più indietro ricevo il seguente commento OT, firmato Laura, linkato a un forum e postato alle 4.20 del mattino.
“Contando che siano apprezzati i dovuti complimenti, mi permetto un semplice commento per confidare il mio interesse per l’interessante vostro progetto. Buona giornata!”
Sono indeciso. Non so se mi inquieta di più il fatto che sia scritto da una Laura in carne e ossa, oppure da un software spammoforo che qualcuno ha educato a scrivere in questo modo.
Zappiani e non: ci vediamo lì, venerdì 17 ottobre
Ho appena fatto pure una paginetta su Facebook, molti di voi riceveranno l’invito direttamente da lì.
Veloce. Troppo veloce.
Alice ha 6 anni emmezzo, ieri era strafelice perché finalmente le hanno dato i compiti, usa l’intercalare “sto cavolo”, in cortile con le amiche fa l’ochetta quando c’è il ragazzotto biondo che dipinge le persiane e ogni tanto fa dei ragionamenti un sacco adulti.
Viola ha 10 mesi, è un bipede precoce in grado di percorrere con sicurezza e senza aiuti le siderali distanze pianoforte-divano o tavolo-cucina, dice GHAA quando è gasata, dice UAAHG quando protesta e dice HHGG quando ha il ciuccio, batte le mani, scuote la testa e fa ciao ciao con la mano.
Il tempo passa veloce, pensavo. Troppo veloce. E sono cazzi.
Di questo passo, nel giro di pochi anni resterò di nuovo l’unico bambino in questa casa.