“Genesis” nostrani al BlueNote di Milano
Zio Burp wrote:
– Ohi, domenica 28 settembre mio fratello Teo suona al BlueNote con Get’em out, repertorio “vecchi Genesis“, vieni a sentirli!
Kikka wrote:
– Capperi! Ma siete uguali voi due! E quindi è lui quello famoso della famiglia? (segue)
ZB wrote:
– Sai com’è: invecchiando ci assomigliamo. E comunque a giudicare da quanto si paga per andarli a sentire, sì: quello famoso è lui.
Botta e riposta
Da un mittente ignoto ma nomecognome@hotmail.it ricevo la seguente (corsivi miei):
“ciao ho visto che sei una scrittice io ne cerco una per scrivere il mio libro
che ne pensi?”
Rispondo per le rime:
“Parliamone.
Scrittice o scrittrore, che importanza ha?”
Vi tengo informati su come procede eh!
La vacanza, quella vera
Tramonto. Il profumo è quello degli spaghetti spada e pomodorini. Il rumore sarebbe quello del mare, se non fosse così in basso. Il rumore quindi è quello delle auto lontane che percorrono la via Aurelia. Mi rivolgo a mia moglie.
– Per favore me la ripeti di nuovo?
– Certo. Inizii tu?
– Sì. Quindi – riepilogando – domani è sabato… ma non solo non vado a lavorare ma nemmeno mi alzo per preparare il latte per la piccola e la colazione per voi due, mentre tu…
– Mentre io posso dormire fino a tardi e durante la giornata poi non devo cucinare, lavare, stirare, rimproverare ecc.
– E tutto questo perché?
– Perché le due piccole iene sono dai miei per tutto il weekend e la vuoi sapere la notizia migliore?
– Spara.
– Che noi due siamo soli e a 200 km di distanza. E non abbiamo impegni, né orari, né programmi.
– Che meraviglia. E mi ripeti di nuovo come si chiama questa magia?
– Certo. Si chiama va-can-za.
– Che bel suono che ha. Dillo ancora.
– Va-can-za. E’ semplice. Segnatelo da qualche parte.
– Buona idea. Domenica sera ci faccio un post così fisso questa sensazione e la tramando ai posteri.
– Ai posteri un cazzo. A me interessa che lo rifacciamo presto.
Quelle brutte figure. Col pene arancione
L’ultima volta che ho preso un aereo con mia figlia lei che avrà avuto 4 anni ha preso subito il foglietto delle istruzioni per le emergenze ed essendoci dei disegnini, indicando col dito “e qui cosa succede? E qui?” ha preteso che io le raccontassi le relative storie. Così io, proprio al momento del decollo mi sono trovato a dover improvvisare storielle e motivazioni su mascherine, decolli, scivoli e salvagenti. Aggirando, omettendo, smussando ogni riferimento a una possibile catastrofe che – ci voleva poco a capirlo, bastava vedere la mia mano apotropaica ben salda sui maroni – inquetava comunque assai più me che lei.
In realtà questo antefatto mi è venuto in mente dopo. Dopo che davanti a questo video, ho iniziato a ridere come un cretino, fino alle lacrime.
Poi, mentre mi soffiavo il naso esausto, qualcuno mi ha anche segnalato la fonte originale.
Fretta rosso sangue
Finora l’avevo schivata, ma ieri la biondina mi si è parata davanti molto decisa.
– Ciao hai un-minuto-uno? Volevo farti una domanda: qual è l’ultimo libro che hai letto?
– A parte che un minuto non ce l’ho ma tu sei proprio sicura di volerlo sapere? Si chiama “I delitti delle 18 e qualcosa”, lo conosci? No? Parla di un signore che ogni giorno esce dal suo ufficio in corso Vercelli alle 17.55 e ha il treno in Stazione Centrale alle 18.15 e ogni giorno, per tutte le 156 pagine del libro, ogni giorno qualche scocciatore si mette in mezzo tra lui e la sua missione: prendere quel maledetto treno. E lui che sinceramente non ha davvero tempo per spiegare educatamente il perché ha fretta e soprattutto non vuole spiegare cose a chi non lo ascolta, allora che fa? Lui regolarmente gli scocciatori li uccide. Senza tante storie, di solito con un rasoio. Se non sbaglio è a pagina 54 che incontra una ragazza biondina col piercing che gli parla di libri. L’hai letto?
– Mhm è tutto uno scherzo, vero?
– In un certo senso. Avevo bisogno di qualcosa da scrivere sul blog…
La saudade del tortel di patate
Al Mas da la val di Ruffrè (TN, alta Val di Non) ci eravamo stati e ci eravamo trovati bene. Ma qualcosa di indefinito mi spingeva a tornare. Non era il paesaggio bellissimo e nemmeno l’atmosfera da vera fattoria. Non erano quei due pacifici lama, stranamente ormeggiati ai mille metri della Val di Non. Non era la piacevolissima sensazione di essere ospiti dentro casa, con i disegni dei bimbi sulla porta e un gatto caldo e due cani affettuosi ad attenderti oltre l’uscio.
Non era nemmeno il fatto che si spendesse poco, che sapete quanto per me sia importante uscire da una cena con lo stomaco appagato e il portafoglio non prosciugato. E lì avevamo trovato un rapporto qualità prezzo di tutto rispetto, date retta a me.
E così ci siamo tornati. Read More
Shaun, vita da pecora
Quest’estate a casa Burp, il cartone che mette d’accordo grandi&piccini è assolutamente “Shaun, vita da pecora”.
Se conoscete Wallace & Gromit e se avete visto lo splendido “Una rasatura perfetta”, che vinse l’Oscar nel ’95, lo conoscete già. Sennò vi basti sapere che ci sono due serie, 40 episodi complessivi, da 7 minuti l’uno. Muti e quindi godibili anche in originale. Muti… insomma tipo Pingu e il suo assurdo linguaggio (o pinguaggio?), un infantile esperanto sonoro che non ha bisogno di traduzione. “Shaun the sheep” è in onda in Italia su Toon Disney ma immagino si trovi un po’ dappertutto. Negozi, youtube, muli e torrenti.
Qui trovate il primo episodio, qui tutto quello che se ne sa e qui l’allegro motivetto che fa da sigletta.
Il mio mito personale è il cane Bitzer, in particolare quando sfoglia una rivista ascoltando in cuffia della pessima tekno a palla. E alle sue spalle di guardiano distratto succedono casini inenarrabili.
Tragica e introvabile fellatio
Vagavo su al paesello per il mercato delle pulci, una sorta di cianfrusopoli mostrando ad Alice alcune anticaglie. Un grammofono (dove si mette dentro il cd?), i soldatini Airfix (davvero ne avevi più di centomillemila?) il telefono grigio che stava dai miei (ma come facevate a metterlo in tasca?), quando mi imbatto nella copertina de “Il mondo secondo Garp”. Ce l’ho ma tutto rovinato e qui costa un euro e lo prendo. Incasso i “compli menti per la scelta, è bellissimo” dell’anziana venditrice. Mi paiono sinceri. Mi allontano in fretta. Non voglio vederla usare la stessa frase con chi ha comprato Alberoni o Iosperiamochemelacavo o Più sesso meno ciccia.
A sera, resto finalmente solo con Garp. Ritrovo subito (bella forza: è all’inizio) la scena di uno dei concepimenti più teneri e assurdi di sempre e poi mi metto subito a ricercare la scena della fellatio più tragica della storia della letteratura. E del cinema.
Ma non la trovo. Mi accorgo solo allora che ho in mano un malloppo di quasi 700 pagine scritte in corpo 10. Uno dei miei libri preferiti da ragazzo. L’avrò letto almeno due-tre volte. Minchia. Adesso faccio fatica a finire un articolo di giornale. Dipende da chi e cosa scrive, certo. E dal tempo. E dai tempi in cui tutto è più veloce. E anche dal fatto che una volta se ti annoiavi prendevi in mano un libro.
Ma non divaghiamo. Ora qualcuno di voi mi sa dire per favore a che pagina è la fottuta scena del pompino in garage?
UPDATE: nei commenti, grazie a Fuoco, è arrivata la risposta: pp. 305-313, dell’edizione BUR.
Intanto io mi son ricordato che di questa cosa avevo già scritto qui, a proposito del fare sesso in auto..
I blogger pavesi, la Viola Rampante e l’orgoglio di nonna
Capita che a ferragosto i giornali debbano pure riempire le pagine e allora evidentemente va bene anche un pezzo sui blog pavesi.
Più sotto capita anche dell’altro. Read More