Champagne!

Per brindare a dei libri.
Dopo solo 35 giorni, invece dei 5 previsti, mi sono arrivati i libri per l’agenzia acquistati online alla Feltrinelli.
In mezzo ci sono state alcune mail di avviso ritardo, un paio di telefonate di scuse, una mia mail con scritto che ero uno che non diceva le parolacce nemmeno quando gli giravano le balle che si sentiva preso per il culo.
E ci sono state alcune pause pranzo trascorse alla Feltrinelli di pzza Piemonte (a 5 minuti da me) a sfogliare proprio i libri che attendevo.

Sono gli ultimi cinque caricati ora. Tutta robba de lavoro, muy interesting, da, ya.
Ora devo solo decidermi.
Quale per primo?

Papi, ma se io muoio domani vado in paradiso?

L’allettamento serale ora prevede dopo la breve fiaba e tre domande.
Io nell’impegnativa veste dell’oracolo.
Si va da come è nato l’uomo, a cosa c’è di là dall’universo a cose tipo a che cosa servono il vento, la luna e simili.
Non sempre ho la risposta ovviamente. A volte divago.
Sono tantissime le cose che non so ma a dire “non lo so” si fa una pessima figura.
Come può credere lei che io in 40 anni non abbia ancora saputo a cosa serve la luna?
Quindi: mai ignoranza. Semmai improvvisare una risposta buffa o una storiella.

Fino a ieri la grande questione era la nascita dell’uomo, chiusa dalla seguente scelta prudentemente attendista: “Papi, allora facciamo che adesso io credo a tutte e due, gli scienziati e la religione. Poi quando sono grande, capisco”.

Ieri sera invece grande curiosità sull’aldilà, culminata nella domanda che intitola il post e nel ragionamento che segue.

– Eh no. Non è giusto. Se tu adesso hai detto che i  bambini vanno tutti in paradiso allora se domani muore anche Federico io lo incontro anche in paradiso e non è mica giusto, proprio no, perché lui disubbidisce e fa i dispetti e mi dice maiala e scarosa e poi mi vuole sempre sposare.

CINESTESIA: Come vinsi la guerra, di Buster Keaton

Beati & ignoranti

Image of Il libro dell'ignoranza

I camaleonti che non cambiano colore, la muraglia cinese che non si vede dalla luna, i lemming che non si suicidano, la cintura di castità, l’inventore della ghigliottina, quello dello champagne, Marco Polo, le mogli di Enrico VIII, come gira l’acqua nello scarico, la montagna più alta, la maledizione di Tutankhamon, i gatti che volano dai grattacieli e gli struzzi che non mettono la testa sotto la sabbia.

Viviamo beati & ignoranti, nutriti da un sacco di panzane raccontate dal nonno, dalla maestra, dal Trivial Pursuit o da un vecchio documentario Disney.
Sono solo a un terzo di libro – Il libro dell’ignoranza, appunto – e già ho dovuto dire addio a trentennali certezze, alcune delle quali già regolarmentre tramandate alla prole.

A proposito di prole. Vi ricordate perché l’America si chiama America? Pare che il nome derivi da Richard Ameryk, finanziatore dei viaggi di Caboto. Se invece l’avesse battezzata il nostro Amerigo – secondo l’uso di dare il cognome – l’avrebbe chiamata proprio come suggeriva la creatura.

Merda

Stuzzicato da tutti quelli che oggi mi scrivono cose tipo ohilà, ma di calcio sul blog non parli mai?
Ecco dunque una parola sul calcio.

Chi ha un post non aspetti l’host

Rimando (indicativo) da tre giorni i post che vorrei scrivere.

Rimando (gerundio) ho titolato questo non-post.

Up & down

Sì, lo so qualche volta questo blog non è raggiungibile.
Ma stiamo lavorando per noi e per voi.
Per spostarlo su nuove solide basi, dove non cada più.

Intanto io twitto.

Laicità quotidiana

Sabato mattina, ore 8.20, edicola sottocasa.

– Buongiorno, mi dà il Corriere con allegata la fiaba.
– Fiaba??
– Sì… la bibbia.

L’onore dei prezzi

Arrivo tardi, lo so, ma giuro che credevo che fosse una definizione giornalistica.
Invece esiste e si chiama così: Mister Prezzi.
Come si fa a chiamare un’istituzione con un nome così coglione?
A me fa venire in mente il Mago G.

Una Viola di 5 kg compie tre mesi

Viola Blackbird

Al compimento – è oggi – dei tre mesi, Viola ha demolito la barriera dei 5 kg
La settimana dell’influenza gastrica (come dite voi in italiano? cagotto ecco) ci ha messi di fronte alla questione: se a un lattante non puoi dare il latte che cosa diamine gli dai? Così Viola ha assaggiato latte senza lattosio, thé senza thé, crema di riso con il riso, un cibo quest’ultimo che è già da svezzamento.
Ma la ragazza è assai avanti. Ride in continuazione e azzarda suoni già impazienti di diventare sillabe e poi parole. Ieri ha ripetuto convinta una erre. Ovviamente moscia ma pronunciata con grande convinzione e volume. Di notte dorme ma questo in giro non si deve sapere perché potrebbe anche non durare.
Intanto sua sorella le mette in testa cose buffe (ciabatte, calzini, peluche) e ci istiga a scattarle foto con cui ricattarla da grande

Oggi che ve la presento ho scelto questa foto, in cui dentro il suo cassetto sta ascoltando Blackbird.
E la sua espressione di beatitudine mi pare significativa.