Le avventure notturne di due piedini

Un giorno Edoardo dei monti mi ha riferito un suo sogno in cui i suoi piedi andavano a spasso. Da lì è nato questo racconto che ha vinto il Premio Teramo – Città di Fantasia 2005. Che è l’unica vera medaglia del mio palmares.
Da quel giorno il babbo di Edoardo mi chiede le royalties. E se per caso mi metto a confabulare con l’infante, mi chiamano “il ladro”.

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New year, new vicious

Ebbene, senza bisogno di far nuovi propositi, senza predicar bene né razzolar mahler, qui sono diversi giorni (10 o più) che non si tocca una sigaretta. È successo così. Stando tappato in casa a cuccia con le ragazze di famiglia. Mo’ vediamo che accade alla ripresa del lavoro e dei contatti con gli amici musici econ le loro sigarette farcite e iniezioni di marijuana (marescià, è una citazione, non s’affanni).
Io intanto comincio a interrogarmi: tosto che se smettessi di fumare ingrasserei come un puorco, quali nuovi vizi o attività potrei intraprendere per consolarmi e sprecare tempo & denaro?
Resto indeciso tra ripiombare nel popper o farmi pesante di bungee jumping.
Anche se sono attratto da uno stage di penis puppetry.
Sì, hai capito bene: marionette del cazzo.

New year, new office

Il nostro nuovo ufficio è grande e bello e tutto ancora sottosopra. Dalle finestre ieri si vedevano i tetti di Milano con la neve. E’ un bel salto dal piano terra al quarto piano.
No, non ho cambiato lavoro. Abbiamo solo traslocato. E solo di 500 metri. Da Vincenzo Monti, a corso Vercelli.
Siccome all’indirizzo precedente ho scoperto per puro caso di avere proprio al portone accanto, graditissima vicina, Copiascolla, ora vediamo di capirci al volo: io sto qui. Se siete a tiro per un caffè, un aperitivo, ‘na pizza, ‘na jam session o un concerto alla Feltrinelli battete un colpo.


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Come dite? No, oggi non scendo a fare il pupazzo di neve. Venite voi a farlo a Pavia se vi va. Offro un thé caldo a chi mi aiuta a ritrovare la macchina.

Come t’incanto

Al termine del primo tempo di “Come d’incanto” avevo un crampo al sorriso e voglia di applaudire forte. Come già visto in Shrek, quando prendi tutto un mondo e lo ribalti per bene, il cortocircuito genera scintille di divertimento intelligente. Qui addirittura non lo ribalti il mondo delle fiabe, ma lo trapianti dentro un altro. Che è il nostro. Intendiamoci, il film regge bene fino al gran finale, ma nella seconda parte deve riannodare i fili e tirare la volata al lieto fine, che tale resta pur con le coppie swingate. Nella prima invece deve solo sparigliare, creare casino ai protagonisti e farci ridere. E va detto che con un paio di scene capolavoro (le pulizie di casa con gli animali autoctoni di NY, la migliore) e con canzoni azzeccatissime, ben tradotte e ben cantate (dunque Amici a qualcosa serve?), lo fa benissimo.

Ero con la la creatura grande. Se l’è goduta una cifra, quasi quanto me.
Sembra ieri che la portavo al cine la prima volta, a cercare Nemo. E ora all’uscita canticchiava “per baciarmi con intensità…”

Quel che conta è il pensiero…

Zio Burp: una moleskine settimanale, tre quaderni, un binocolo, una lampada da tavolo, un formicaio portatile, un maglione di cotone, due canotte della salute, un maglioncino, un assegno, un libro sull’arte contemporanea, uno sugli anni ’70, uno di foto del deserto, una sciarpa di un arancione così arancione che non so ancora se cambiarla.

Lady Burp: prodotti di bellezza assortiti, tre mug, tre libri più due (uno sulla cronaca nera, due gialli, due di cucina), un topazio, due paia di calze antiscivolo, uno stendibiancheria (“che si sviluppa in altezza”), un assegno, una tovaglia, una foto di matrimonio con portafoto, un portafoto, un portacellulare in jeans, un diffusore, due posate in osso, un album per le foto (in legno e cannella), due candele.

Alice: la casa delle bambole (con arredamento e famiglia), il libro pop-up dei dinosauri, la piscina di Barbie, Stella delle Winx, il diario delle Principesse, il monopattino dei Gormiti (dalle zie pazze che non leggono questo blog), intimo gonna e maglietta griffati Winx, un pigiama bello (non delle Winx), una bambola africana, un cavallino in plastica, Bloom Winx Enchanted (con le ali che si illuminano), Barbie Faitytopia (che non so ancora cosa significhi), una farfalla di legno da costruire, un assegno, pastelli & pennarelli (delle Winx), un dvd del Cirque du Soleil, un telefonino con dentro i cosmetici, un bagnoschiuma (delle Winx), un sapone agli agrumi.

Viola: svariati pigiamini e tutine, alcuni mini abiti, uno scaldacuore in lamè rosa antico da sera (scrivo sotto dettatura, si nota?), due giochini, una saponetta alla viola, due scatoloni di Plasmon 1, un quintale di pannolini Pillo (che il pacco da 40 costa solo 6 €).

Poesiuola di Natale

Trasporto eccezionale

Privo dell’apposito segnale
sfrecciava in tangenziale.

L’impatto accidentale
drammatico e brutale.

Raccoglie corna e zoccoli,
la Guardia Forestale.

Dal Post sotto l’Albero 2007.

La sfortuna di Paul

“Papi, ma i Beatles chi hanno sposato?”
Brevemente spiego, senza stavolta accentare il ruolo della strega giapponese.
Quindi stavolta lei commenta così:

“Papi, ma che sfortuna Paul. Era il più bello e tutte lo volevano sposare, anche la nonna lo voleva sposare, e lui ha sposato prima quella che è morta e poi quella con la gamba finta.”

Felici & Cantanti

Ieri sera io e la ragazza grande (quasi 6 primavere) siamo stati un’ora a guardare questa immagine, trovata sul catalogo Fabbri: Felici & Cantanti – Le canzoni delle fiabe.

Il gancio immediato è stata la citazione beatlesiana. Ma ci siamo subito accorti che c’erano svariate presenze”fiabesche”, alcune palesi, altre ben infrattate.

Dieci minuti fa ho dato un’occhiata in giro per scrivere il post e ho scoperto che:

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“In America c’è già”

Marco era curioso, onnivoro e col pallino per la tecnologia. Aveva fatto qualche esame a ingegneria, poi il lavapiatti e infine l’impiegato. E intanto cavalcava la sua fender e tutti i paradisi possibili negli anni ’70-’80. Diceva che leggeva solo la Settimana enigmistica ma era appassionato di fantascienza e cyberpunk e secondo me era pure abbonato a qualche strana rivista americana. Che allora mica c’era internet. E insomma ogni settimana ci raccontava le future rivoluzioni tecnologiche. Read More

La Domanda che ti laurea

Il mio chitarrista che di giorno insegna mate alle medie oggi cammina a un metro da terra.
Que te pasa, tio, hai vinto la sisal?
No, molto meglio. Oggi a scuola mi hanno di nuovo fatto La Domanda. “Prof, ma lei come fa a chiederci sempre esattamente quello che non sappiamo?” Ecco quando ti fanno quella domanda lì, tu capisci che sei al tuo posto. E’ molto più di una laurea o un master. E’ la prova, sincera, democratica, dal basso che ti incorona nel ruolo di prof. Ci sono dei miei colleghi che in trent’anni di carriera non gliel’hanno mai fatta La Domanda e ancora son lì che se la menano – frustrandosi – che forse dovevano fare un altro mestiere. Io no. Cosa bevi? Offro io.