Il sesso beeppato

Ieri notte in attesa della poppata delle 00.30 che è di mia competenza, ho seguito Porta a Porta sull’omicidio di Perugia.
Ho visto e ascoltato di tutto e di più e vi risparmio i dettagli, ma potete immaginare.
Però a un certo punto non ci volevo credere. Hanno messo un beep audio di censura mentre parlava l’avvocato di Guede descrivendo una fase di petting. E il beep copriva l’espressione “sesso femminile”.
Ho detto fanculo, ho spento e messo su il latte Plasmon 1. Quello che costa come il Barolo. Fanculo pure a lui.
No, non sono nervoso no.
Dormire a sprazzi mi fa bene.
Porta a Porta no.

Ecco il Post sotto l’Albero 2007

Grazie a Sir Squonk, ecco anche quest’anno una pregevole raccolta di post natalizi.
Si scarica da qui, in .pdf. Nelle colonna sinistra di Squonk poi trovate tutte e cinque le edizioni.
A differenza degli altri anni, sono stato molto conciso.
Buona lettura.

Come vivo ora – Un sogno nel cassetto

Siamo a casa da quattro giorni e covo un apposito post sulla pargola. Ma, mentre raccolgo le forze, volevo esporre il cassetto-culla in cui dorme. Preso il cassettone del letto della sorella grande, adeguatamente imbottito, munito di testata, rafforzato il fondo, levate le ruote, e minimo lavoro di decoupage floreale ed ecco apparire una culla. Tutta opera di Lady Burp, coadiuvata dal team di nonne.
Il bel libro di Meg Rosoff (di cui parliamo in seguito) era lì sul baule-comodino, dopo essere stato arraffato in biblioteca galeotta una recensione su Andersen.
Trovo che stia benissimo lì quel libro.
Improvvise coincidenze cromatiche e semantiche insieme.
E anche un buon titolo per questo post.

Doppietta Cinestesia: Dreyer a Pavia e Il Golem a Mestre

Martedì 11 siamo di nuovo a SpazioMusica. Stavolta con la Giovanna d’Arco di Dreyer. Formazione bluEsForCe completa più un ospite: Mario Fragiacomo, autocandidatosi a suonare con noi dopo che ci siamo conosciuti prima per caso su un newsgroup e poi il mese scorso alla Potemkin. Quella sera – complice Fantozzi – c’erano 80 paganti di martedì. Durissima fare di meglio ma conto su di voi. (Beppe, tu no: sei giustificato. So che non potrai venire apposta dall’Uzbekistan o Kazakistan o Potemkinstan).

Il giorno dopo, mercoledì 12 siamo in trasferta al Teatro Candiani di Mestre, dentro una rassegna che si chiama Q13cult a cura de i Soliti Sospetti. Lì riprendiamo in mano Il Golem.

Qui sotto c’è un estratto live dal Dottor Mabuse di un paio di mesi fa. Ho scelto una scena d’azione (che abbiamo battezzato L’inseguimento). Ecco invece dallo stesso film, un’altra sequenza più lenta che cresce forte e sana fino al cartello Fine (e applausi).

I topi ballano

Alice: Papi, ma quando viene a casa dall’ospedale la mamma porta subito anche Viola?
ZB: Certo.
A: E quando arrivano?
ZB: Mmm domani credo, perché me lo chiedi?
A: Perché tu non sei capace di pettinarmi e di mettermi lo scaldacuore.
ZB: Eh… imparerò. Ma noi due da soli mica siamo stati male, no?
A: No, non hai nemmeno russato tanto. Sei stato anche un bravo cuoco (per la cronaca: riso/pasta in bianco/rosso, uovo sodo, mozzarella e prosciutto) e poi…
ZB: E poi?
A: Finché non tornano possiamo mangiare i mandarini sul divano nuovo.

Viola, la ragazza nuova

Il senso di utilità di un futuro padre che assiste al parto è cosa piuttosto vaga. Qualcuno scatta foto o riprende e trova un suo ruolo così. Altri dolcemente incoraggiano (su amore spingi), e sovente fungono da parafulmine per il nervosismo di lei (spingi un cazzo, bastardo, la prossima volta partorisci tu).
Durante un parto cesareo, poi, l’utilità è pari a zero. Tanto che nemmeno li si faceva entrare i babbi. Ora sì, almeno io sono entrato. E mi ci sono pure sentito utile. Sbarbato con baffo spiovente, camicia azzura perfetta col costume locale: vestina verdina, corpiscarpe, mascherina e cuffia azzurra. Seduto dietro la testa di lei attendevo gli eventi sistemandole i capelli sotto la cuffia, assorto nei miei dubbi. Mi sarei alzato a sbirciare oltre il piccolo paravento? Svenire è doloroso? Riuscirò a scrivere in tempo il Post sotto l’Albero? Che faccia avrà questa ragazza nuova?
Colpo di scena. Lady Burp, causa la spinale o la scomodità del lettino, si lamenta e chiede un massaggio al collo. Entro in azione. Lei che è fisioterapista mi guida: spalle, collo, bene così. Ma la mia posizione è scomoda. Lamento crampi. Lei richiede maggiore applicazione (no… verso l’interno ecco bravo, come ti ho spiegato sì) io ci provo (no cazz, ho detto verso l’interno) e riprovo (basta collo, ora spalle dai) e riprovo (ma cazzo ma ti ricordi dove ho le spalle?). Per un paio di minuti buoni insomma nessuno dei due pensa a ciò che sta accadendo lì a pochi centimetri. Finché si ode un ohhh e una voce che dice eccola qui.
Alzo gli occhi e appesa per un piede a una mano guantata c’è Viola. Che subito emette un rassicurante GHE. Come dire ehi raga eccomi sono già vispa non ho bisogno di schiaffi nè di altro per debuttare, ma voi due chi sareste?
Poi fila al controllo pediatrico da cui torna con una pagella di dieci decimi nel test di Hapgart o come diavolo si chiama.
Quella disgraziata di sua sorella, causa un cordone pitone, prese 4 e fu subito rimandata. Sequestrata, tagliandata, dimessa, verificata e infine promossa.

Viola pesa Kg. 3, 340 e misura cm 52.
Ha lunghi capelli neri, potenzialmente ricci.
Ha occhi vaghi, ma io scommetto sull’azzurro.
Era del colore del suo nome ma già in serata è diventata rosa.
Da ieri ha cambiato faccia e lineamenti già almeno tre volte.
Ma nella nursery non puoi sbagliare: è l’unica con lunghe basette rockabilly.
E’ nata il 6 dicembre 2007 alle 8.34, mentre io discutevo con sua madre.

Già, ma chi eravamo?

La ragazza del portone accanto mi chiede se ero stato al BlogRodeo (3 anni or sono) e se ne ho memoria.
Che effe sta raccogliendo materiali di chi c’era.
Così, circondato da persone di chiarissima e meritatissima fama, mi trovate anche qua, però col tono sproloquioso e invettivo delle grandi occasioni.

E ora a nanna che domani è una giornata intensa.

For Frank


Quattordici anni fa, il 4 dicembre 1993 se ne andava Frank Zappa.
Noi stasera suoniamo la sua musica al Thunder Road di Codevilla (PV).
Alle 22.30. Sul palco noi siamo in dieci, fatevi sotto ragazzi.

Se prima del concerto ti vuoi infarinare un poco puoi leggerti questa vita zappiana.
Anzi, beviti il mio vecchio post in cui si chiacchiera anche di un critico fallito (un pio, un teorete), dell’avvelenata e delle forme della felicità umana.
Se poi vuoi farti due risate beccati i pesci in faccia che ho preso – inizialmente – in un newsgroup.

How deep is your ocean

Il “mio” ginecologo ascolta Bill Evans. E ora ci ho fatto caso perché va tutto bene. Due anni fa non ricordo cosa ci fosse nel suo stereo. Ricordo invece benissimo il whisky doppio nel nostro bicchiere alle tre del pomeriggio. Per riprendersi dallo shock di un bambino ammainato. Ammainato sì. Come quel libro che la prof. di lettere delle medie dava da leggere alle mie compagne. E di cui sintonizzandomi sui loro conciliaboli semisegreti colsi solo il titolo: “Lettera a un bambino ammainato”. Titolo che ancora oggi mi sembra più bello ed efficace di quello vero.
Ma parliamo del presente ora. Il “mio” ginecologo, appunto. Read More

El abogado que yo no fue

Ah, le cose che si scoprono facendo ego-searching, sì googlandosi, sì insomma interrogando i motori col proprio nomecognome. C’è proprio tutto eh, anche le peggio cose, la rete non dimentica, ma non divaghiamo: parliamo di omonimie.
A parte burpblog, il collega di digestioni scoperto in Canada, sapevo di avere un omonimo ballerino (oltre a quello pavese carabiniere che in rete però non compare).
E ieri scopro che ne ho un altro in Argentina. Quasi omonimo, ci separa solo una o.
Lui però la sua brava laurea in legge l’ha usata – mica come me che la impolvero in un cassetto – e fa appunto l’abogado.
Ehi, hanno già fatto un format tv per un reality in cui prendono gli omonimi e li scambiano di posto?