“I thought I was a child”

Mi sono ritrovato ad ascoltare vecchissimi dischi. Gli stessi di quando avevo i capelli. A un certo punto ho messo in sequenza For Everyman di Jackson Browne (1973) e Gorilla di James Taylor (1975). Stavano su una vecchia TDK C90 e giravano di continuo nelle estati ’83 e ’84.

Ora, se c’è un primo momento nella vita in cui senti che sei diventato qualcosa che prima non eri, tendenzialmente una persona, sarà probabilmente attorno ai 15 anni. Quando negli stessi mesi devi gestire la prima barba e la prima vera cotta. Quando fatalmente vai male a scuola, quando assaggi la prima sigaretta. Quando passi un’ora su un prato a guardare il cielo e a vedere in ogni nuvola il volto della compagna di banco. E quando poi dieci minuti dopo rientri a casa e ti basta la pagina dell’intimo di Postal Market per cedere al richiamo dell’ormone imbizzarrito. Quando scrivi poesie e canzoni e sfidi il ridicolo dandole in pasto agli amici. Quando passi un’estate a scrivere lettere d’amore. Quando ancora non hai deciso se il tuo sogno è fare il calciatore, l’esploratore o il soldato.

Quando la musica è una nuova compagna che ti piace, ma è un territorio ignoto, come gran parte del mondo e della vita del resto, e quei due dischi lì che ti ritrovi ad ascoltare di continuo mica li hai scelti tu. No te li ha passati chissà chi. E siccome quello è l’anno in cui tu diventi una persona, allora ti capita tanti anni dopo di pensarci. E di pensare che un po’ siamo per davvero ciò che ascoltiamo a 15 anni. E ti capita chiederti che persona saresti stato con altri dischi.
E avessi ascoltato per dire i Sex Pistols? O Ornette Coleman? O Giuseppe Verdi? O Roberto Soffici?
E tu? Cosa girava nel tuo stereo nell’estate dei tuoi 15 anni?

Che ci frega a noi delle classifiche dei blog?

‘na fava, scusate il francesismo.
Però un poco ci frega dai.
Le classifiche servono eccome. Anche solo per l’ego. In particolare quella di BlogBabel (se il vostro blog non c’è segnalatelo), che ormai è diventata un piccolo e solido punto di riferimento. Hanno appena cambiato i criteri di ranking ma non è il mio terreno, altri più bravi li spiegano e commentano altrove.
Dopo i 4 anni di Splinder, noi qui si stava placidi attorno al 700° posto. Un risultato lusinghiero e probabilmente esagerato.
La chiusura e riapertura qui ci ha (correttamente) retrocesso in coda. Ora, mentre il vecchio Burp di Splinder scende, noi qui pian piano ma costantemente, noi si risale.
Grazie a tutti voi che leggete, linkate, aggiornate i blogroll e i feed.
Grazie a Gattostanco e Franciskje che hanno provveduto ieri, con una solerzia ammirevole.
Non ho nemmeno dovuto minacciarli, che so, di rigargli il template o spaccargli un frame per rubarmi il player.

Mezzalunario

Il prossimo trasloco di ufficio mi avvicinerà alla Feltrinelli di p.zza Piemonte.
(Is there anybody out there?)
Ne sono uscito con Lunario della musica di Carlo Boccadoro.
Un disco per ogni giorno dell’anno promette il sottotoitolo. E mantiene. Ah, di tutti i generi eh, signora mia. Ebbbene: randomizzando entro le sue pagine in mezzora ho scoperto cose che non sapevo, confrontato preferenze, desiderato ascoltare nuovi dischi. Quindi funziona. Mi piace.
Peccato quindi che la scrittura non sia all’altezza della buona idea e della varietà dei contenuti.
E questa è una prima impressione, già, già. Tanto netta però da diventare un post.

48.000 tondi tondi

Da un lustro buono la vecchia 500 del babbo, no non quella preistorica, aveva il contachilometri inchiodato sui quarantasettemilanovecentoqualcosa.
Ieri sera improvvisamente segnava cifra tonda. Indi camminava.
Nulla succede per caso. Trattasi chiaramente di segnale da interpretare. Forse sono anche io un Heroes e la mia abilità sta nel far ripartire i contachilometri. Altre ipotesi?
Per capirne di più, nel pomeriggio squarterò un piccione e ne consulterò le viscere.
Dove diavolo ho messo il mio manuale di aruspicio?

Wiki Jawaka

Mentre la zappaband ha provato e aggiunto in repertorio Cosmik Debris, mi si segnala l’esistenza di questo progetto: un wiki destinato a ospitare tutto il sapere zappiano. Sempre sia lodato.

Vcast, il video-radioregistratore virtuale e virtuoso

Sì, lo so che voi geek e superinformati lo sapete già (ma tanto mica venite a leggermi no?) ma voialtri, gente comune anche magari un po’ del millennio scorso, avete dato prova di apprezzare ogni tanto queste segnalazioni.
Il messaggio è semplice: potete prepararvi a buttare il vostro videoregistratore di casa.
Esiste un accrocchio web che si chiama vcast. Tu lo programmi proprio come un vcr e poi fa tutto lui. Ti registra il programma radio o tv (salvo Mediaset, che anzi l’ha diffidato) e poi te lo guardi o ascolti online oppure lo scarichi.
Vi offre anche un’ampia scelta di podcast per cui comunque meglio usare iTunes.
Vcast funziona previa registrazione ed è aggratis!
Altre info più dettagliate per esempio qui.

Il lungo e il corto

Intendiamoci, Ratatuille è bellissimo. Fa ridere, fa spettacolo. Dipinge una Parigi meravigliosa. Compresa l’inquietante vetrina a cui ho scattato una foto pure io. Le scene con l’immensa cucina popolata di topi al lavoro suscitano un brivido di ribrezzo che diventa presto ammirazione assoluta.
Epperò.
1. Ratatuille è lungo. Per un bimbo di 4-5 anni è troppo lungo.
2. Ratatuille è complesso. Il testamento dello chef, il ruolo e il potere del critico gastronomico sono vicende complesse da spiegare.
Eppure. Eppure folla di genitori con bimbi under 7 e fratellini minori al seguito.
Ma dico. Ma ai miei tempi mica si andava al cinema a 4-5 anni. O no?
Sono cartoni per noi questi qua. Per noi giovani adulti da poco riprodotti. Che ci mettiamo la coscienza a posto rimorchiandoci la prole.

Il corto che precede Ratatuille è invece capolavoro: divertente e immediato. Ed è appunto corto.

Cinque giorni di tristezza e poi*… li racconti sul blog

Io se fossi poniamo un’azienda attenta che produce assorbenti intimi (o anche pillole antidolorifiche per “quei giorni”) ecco, io se lo fossi, io azienda oggi starei incollata alla rete a seguire il più ampio focus group pubblico mai attivato sul tema del ciclo mestruale.
Io se fossi poniamo un’azienda lungimirante che produce vedi sopra, questa conversazione l’avrei in qualche modo stimolata.

Io sull’argomento ciclo, avevo cominciato bene. La mamma mi aveva correttamente informato su cosa fossero. E il mio amichetto Sandro, che con due fratelli maggiori già sessualmente attivi era la mia wikipedia vivente, lo sapeva pure lui ‘sto miestero. Però diceva meSTUrazioni. Godetti quando lui richiuse il vocabolario. Tié.
Poi in seconda media, lo shock.
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Ciak – The end / Tutto in 30″

Sento che vorrei andare al cinema, magari a rivedere un gran bel vecchio film.
Ma sto chiuso in ufficio e ho solo 30 secondi.

Fortuna che c’è Angry Alien!
Quale preferisci? Pulp fiction? Titanic? The big chill?

Tu non capisci l’universo femminile?

Beh, potresti cominciare da qui.