(Lo spirito di) Frank Zappa a Pavia
Sabato 22 settembre ore 21.30
MN e i Contenuti Speciali
Omaggio al genio di Frank Zappa
Pavia, p.zza Vittoria
Io sono quello al piano, as usual.
Giusto per darvi la misura dell’evento: pur di stare dentro questa storia mi sono rimesso a suonare con mio fratello. E lui con me. Son cose.
“Mamma, ma tu perché hai sposato il papà?”
La creatura lo chiede così, senza malizia, dal divano su cui mangia la mela.
C’è un nesso col fatto che al TG sono comparsi nell’ordine Johnny Deep, Brad Pitt e Richard Gere? Forse.
E col fatto che Lady Burp li ha (seppur sobriamente, senza sbavi dico) commentati? Sì.
O la creatura vorrà di nuovo rilanciare la vecchia storia dei principi azzurri e dei capelli? Chissà.
Ma quando le donne saranno in tre e io da solo, chi mi salverà? Prevedo inondazioni.
Fast food / Fast run. Corri come mangi?
Asafa Powel (ri)fa il record dei 100 m. piani e al giornalista che gli chiede come si è sentito il giorno dopo replica: “Un giorno come tutti gli altri. Mi sono alzato e sono andato a fare colazione da McDonald’s.”
Quando lo leggo mi sembra credibile e sincero e penso allo spottone gratuito e involontario capace di realizzare in cinque secondi quello che le media relation provano a fare in un anno. Sento dei tappi di spumante saltare sullo sfondo.
Poi anche in altre interviste vedo che il ragazzo cita McDonald’s. Ma sempre con una certa nonscialanza, senza malizia. L’azienda ricorre nei suoi discorsi in modo naturale.
Le mie fonti mi confermano che il ragazzo non è brandizzato. E che è sincero.
NB: questo è il post scritto una decina di giorni fa che qualcuno se l’era mangiato.
Me gusta cuando Callas
Tra poco finalmente scoprirò cosa scorre sul canale Classica di Sky. Sta fuori dal mio abbonamento ma lo trasmettono free per una settimana.
Grazie a Pablo per questo titolo.
Qualcuno per caso si è intascato il mio post di ieri pomeriggio su Asafa Powell?
In un “best of” di Pavarotti recuperato online, vedo compare l’aria “Che gelida manila”.
Così il mio pensiero vola rapido dagli scompensi climatici al libro Sfiga all’OK Corral.
Testimonial eccellente
Diamine!
Persino un giovanissimo Bob Dylan vi invita ad aggiornare i vostri blogroll.
Il giochino (con cui potete stupire i vostri amici dylaniani) sta qui, scoperto su Adverblog.
Sul lettino, n. 1
Ho sempre pensato: appena me lo posso permettere voglio togliermi lo sfizio dello strizzacervelli.
Ieri ci ho provato. Ho scelto la dottoressa Melfi. Quella che ho visto al lavoro più spesso. Bella donna, tra l’altro.
L’unica che mi fa un prezzo accettabile. Sedute di tre minuti a 25 euro.
– Buongiorno, si accomodi.
– Dottoressa non leggo più i blog.
– Vada avanti, mi dica tutto.
– Ecco… vede. Non lo so insomma da quando sono tornato dalle vacanze, apro il Reader ma non ho ancora ripreso il ritmo di lettura. E di scrittura del mio blog.
– Mi parli di sua madre.
– Eh? Mia madre legge solo il mio di blog, quando glielo stampo. Comunque forse non li leggo perché li temo, perché loro sono tanti a scrivere e io sono da solo a leggere.
– Fa spesso dei sogni erotici con questi… ahem blog o con le persone che li scrivono?
– Eh? Ma che c’entra? Forse dicevo… temo di non riuscire a leggerli tutti…
– Aha ecco! Ansia da prestazione. Mi dica: il suo pene si erige regolarmente?
– Il pene? Ah sì… ma scusi ma… Vabbè dicevamo. O forse è solo che è mi sento ancora un po’ in estate e ritardare il ritmo di lettura-scrittura mi fa sentire ancora un po’ in vacanza.
– A proposito di ritmo, ogni quanto ha rapporti sessuali con sua moglie? E da solo?
– Beh veramente… mi faccia pensare…
– Bene. Ci pensi. Ma il nostro tempo è finito e me lo dirà la prossima volta. Arrivederci. Pagamento alla mia segretaria, sono 25 euro, grazie.
– Ma dottoressa… insomma come sto?
– Che vuole che le dica? Siamo solo all’inizio. Abbia pazienza e presto cominceremo a vedere i risultati della terapia. Ci vediamo martedì prossimo.
– …
Pavarotti e il Descensus Averni
Mi bastano dieci righe di Paolo Isotta, il critico melomane del Corriere, per stare già in un altro spaziotempo in cui per le vie di Milano l’unico suono che si sente è quello delle carrozze a cavalli. Quest’uomo, che iddio ce lo conservi, ha una prosa talmente antica, ricca e desueta che secondo me scrive con la stilografica. Bellissimo.
Nonostante una recente e gradevolissima vicinanza con una cantante vera, di lirica capisco tuttora davvero poco. Quindi di solito quando leggo Isotta mi godo la lingua e il suono gonfio delle parole e spesso non capisco una semiminima di niente.
Oggi del suo austero e impietoso coccodrillo pavarottiano ho capito tutto.
(Grazie Kiti, per il link.)
Lezioni di rock’n’roll
Interessanti e benfatte le lezioni del duo Ernesto Assante & Gino Castaldo. Le han fatte a Roma, all’Auditorium, ma ci sono anche in podcast. Vuoi farti raccontare la storia dei Beatles? Quella di Lennon? Quella di Paul Simon? Durano un’ora abbondante ma filano via in un amen.
Due umili consigli.
- Ai relatori: numerare i file video dei contributi in modo da evitare la gag “oddio ora chissà se lo trovo, aiutatemi voi del pubblico grazie, lo vedete voi, io sono miope”.
- Ai curatori dell’edizione podcast: ok che non potete mettere i pezzi per intero (per SIAE o per durata, ok) ma allora meglio mettere 15 secondi significativi. Che non sempre sono per forza i primi 15 secondi. Ché tra fruscio e introduzione, talvolta non servono nemmeno a riconoscere il pezzo stesso.
A proposito di lezioni. Io sono per il ritorno di tabelline, poesie e memoria, fiumi e laghi, nozionismo spicciolo insomma.
Che abbiano, insomma, solide nozioni su cui edificare le loro vaste lacune.
Ah, io sono tornato eh, ciao.
Annunciaziò
– Papi, ti ho fatto il disegno che mi avevi chiesto.
– Bene grazie.
– Eccolo.
– Mhm… sembrano…
– Eh? Chi sembrano?
– Sembrano… No, vabbè, grazie è bellissimo.
– Dici che i tuoi amici del computer… capiranno?
– Beh se non capiscono… penseranno che ho sposato una maggiorata. In entrambi i casi sapranno che sono un ragazzo fortunato.
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Solidarizzo con chi da domani torna a sgobbare ma segnalo che noi tutti quanti da domani si parte per l’ultimo mare spagnolo.
Un’ultima intera semana di bonaccia.
Prima della nuova annunciata e gradita tempesta.
Ma davvero da giovane mangiavi i bambini?
La Creatura guarda il cartone di Anastasia. Al minuto 5 viene così rappresentata la genesi della rivoluzione d’ottobre. Il pazzoide Rasputin, vero kattivone del cartoon, ficca le mani in un pentolone. Ne trae verdi ectoplasmi mefitici che sospinge fuori dalla finestra verso una piazza piena e infreddolita, il popolo russo. La voice over recita qualcosa sul “germe dell’insoddisfazione”. Che sono gli ectoplasmi verdi. Il popolo si solleva. Addio Zar.
– Ehi ma come sarebbe il germe dell’insoddisfazione? Ehi, Alice, ricordami che ti devo poi spiegare perché hanno fatto la rivoluzione…
– Sì sì papi adesso no però.
Ricevuto.
Mi allontano e riapro il mio libro, Lavoratori di tutto il mondo, ridete, di Moni Ovadia. La rivoluzione umoristica del comunismo nelle storielle ebraiche.
A ognuno la sua prospettiva insomma.
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