Friday jogging…

Friday jogging
Se vai a correre molto spesso, le tue gambe ti dicono grazie.
Se vai a correre una volta al mese, le tue gambe ti dicono grazie, stronzo.
Se vai a correre due volte l’anno, le tue gambe ti dicono vaffanculo stronzo.

Ma il bello di andare a correre in un venerdì di pioggia è che puoi vedere cose che voi umani eccetera. Nel parco dietro casa, pancia in fuori, di pozza in pozza, musica a palla nelle orecchie due ore fa ho visto:
decine di fagiani: maschi, femmine, pargoli.
due dodicenni che si baciavano sotto un unico ombrello.
Ma soprattutto lei: una lepre.
Una signora lepre, direi. Con un paio di orecchie così e che zompava qua e là nasando il mondo.
Erano decenni che non vedevo una lepre. Sarà stato il ’78 che ne abbiamo incontrata una di notte sui monti di Bettola e l’abbiamo inseguita con la 500 e io non capivo se il babbo voleva investirla e cucinarla per davvero o stava solo facendo il bullo con me bambino.
Dopo la lepre ho fatto un altro giro e stavo per tornare a casa quando ho visto il cadavere.
Ma ero tutto schifosamente sudato e ho pensato che tempo che arrivava la pula mi sarei beccato la bronco. E poi metti che veniva la tv mi facevo intervistare conciato a quel modo?
Così sono salito a farmi la doccia. Mezzora dopo ero di nuovo lì, ben ripulito e profumato.
Ma il cadavere non c’era più.

It was 40 years ago today,…

It was 40 years ago today,
Sgt. Pepper taught the band to play

Comincia così l’episodio speciale di Coverville che Brian Ibbot dedica all’anniversario di oggi. Sono 40 anni dall’uscita di uno dei dischi più rivoluzionari, più celebrati, più belli di tutti i tempi. Sgt. Pepper’s lonely hearts club band, dei Beatles.
Io vi direi di cominciare la giornata così.

Poi stasera a Roma e un po’ dovunque immagino altre iniziative, concerti, celebrazioni e film in tv.

Ahem… ti va di salire a vedere la mia collezione di libri?

Un’altra scusa che perde il suo senso da che esiste aNobii. Il nuovo social accrocchio 2.0 con cui condividere la propria libreria. Frugando, scoprendo, conoscendo, imparando da quelle degli altri. Incrociando testi, percorsi, voci, facce.
Mi sta già simpatico. Ho avuto persino la sensazione che aNobii in qualche modo mi conoscesse perché in home page mi ha messo subito tre copertine che ho pensato “celo, celo… cielo! devo rileggerlo!”
Visitatelo, registratevi, riempitelo dei vostri libri. Ci vediamo lì.
Qui il solito utile articolo di Apogeo webzine.
E se vi chiedete come mai aNobii si chiama così, beh dopo averlo scoperto non potrete astenervi dal rileggere questo piccolo capolavoro di Stefano Benni, Il verme disicio.

Mille papaveri rossi…

Mille papaveri rossi
Con un concerto in piazza Vittoria,  si chiude stasera a Pavia il ciclo di eventi su Fabrizio De Andrè. Sono riuscito a perdermeli tutti ma mi hanno detto che sono andati bene.
Stasera, seppur gentilmente invitato a essere della partita sonora, ho preferito starmene sotto il palco a sentire gli altri, tra cui Fratel Teo.
Ci vediamo lì dalle 21 in avanti. Portate i pargoli. E i papaveri rossi.

 

Il jazz e l’alieno petomane: 10 brani o…

Il jazz e l’alieno petomane: 10 brani o questo "spara"
Non lo so com’è cominciata ‘sta storia dell’alieno petomane. So solo che quando te lo trovi davanti, che ti punta addosso quel suo orifizio minaccioso (in mezzo alla fronte ce l’ha), da cui potrebbe uscire fetido miasma cosmico, lì gli devi ubbidire e subito.
E poco fa ti ha chiesto 25 canzoni per farsi un’idea del rock. E oggi l’ingordo ne vuole 10 per spiegarsi il jazz.
Eccole. Però poi non mi venire a dire che "non si capisce il motivo".

Mildred Stephenson: Away
Donald “the arrow” Baker: Light me, Kiss me, Kill me
Pete van Heusen: Down in b flat
Miles Andrew Lloyd: Escape from nowhere
Paco Sanchez and his All Star Orchestra: Agua y nada mas
Cyrill Altmann (Jumpin’ Boogie Sextet): Free for your legs
Sonny Ciccarelli: My kind of Paris
Makaya Ntoshoko: These Skies of Blood
Charlie “the noise” Blisset: Desperate tuning
Chester Washington & Billie Nash: Song for who’s gone

La palla passa a Love is a virus, Online music resources, Fugaz (assente?) e anche Feel-Glass.

UPDATE:
Fugaz è assente e Feel-Glass preferisce l’alcool (e il rock).
Mi piacerebbe passare il testimone a Gaia, chissà se mi trova…

Musiche del millennio scorso…

Musiche del millennio scorso

SMS di ieri sera, da mio fratello:
Momento nostalgia. Ore 21.15. Venti anni fa a Modena partiva l’arpeggio di "Where the street have no name".

SMS di stamattina, da mio fratello:
Pare che hanno abbassato di un tono So lonely, scandalo! Così ero capace anche io! A Torino! A Torino!

Il marketing dell’asilo (“Cara la mia suora” reloaded)

Ohi ci ha una bella faccia tosta lei, cara la mia suora, che mi viene a chiedere a me dei consigli su come fare pubblicità all’asilo, già, ora che si paventa un calo delle iscrizioni. Che io non posso risponderle, cara la mia suora, lo metta su youtube l’asilo. O ne apra uno in Second Life. No, non usa ancora. Che poi alla fine ho capito, cara la mia suora, dove mi voleva arrivare. Da capo. Sì vabbè che faccio questo lavoro, la pubblicità, no cosa c’entrano le fiabe scusi? Ah l’editoria sì già (e chi l’ha mai vista quella vera?). Dunque cara la mia suora, mi mostri il volantino, sì mi pare che ci sia tutto. Dove lo mettiamo dice? Momento. Ma cara la mia suora, ma qui casca l’asino. Ma quando un prodotto non tira più come prima, la prima cosa da fare è cercare di capire perché la gente non lo compra. Non investire in pubblicità, giusto? E allora cara la mia suora, mi dica lei cos’è che fa pubblicità a un asilo? La tv? Internet? Le affissioni? No sorella. Il passaparola. Come crede che ci sia arrivato io qui? Che tre anni fa questo era un signor asilo, con maestre esperte e una didattica aperta. Senza ingerenze, non so se mi legge il labiale, cara la mia suora: in-ge-.ren.ze. Ohi, sarà anche un caso, ma da quando mi è tornata lei a dirigerlo questo asilo, le insegnanti sono scappate, quelle storiche, il corso di teatro sparito, la didattica la decide lei, cara la mia suora. E le iscrizioni sono calate.
Chi conosco io? No, alla Provincia Pavese no, perché? Cara la mia suora, ma lei se paga può uscire anche sul Corriere… ma ci vuole il grano, gli sghei, i dobloni.
Come dice? Dove lo mettiamo il volantino? Ma siete un asilo cattolico no? Allora nelle parrocchie, nelle chiese, negli oratori. E poi ho visto pubblicità di asili dai ginecologi, al parco giochi, in pediatria, nei negozi di giocattoli e via dicendo.

Insomma, cara la mia suora, siete la Chiesa Cattolica, santiddio, chi sono io per darvi consigli di marketing?

Stile Milan? Complimenti…

Stile Milan? Complimenti
Cronache di una bella festa finita in vacca.

Update: cfr. anche la sobria eleganza dello striscione sfoggiato da Ambrosini sul bus.

Have you seen my shoes, honey…

Have you seen my shoes, honey
Ah, e così quel signore con cui ho chiacchierato lunedì sera tra un’oliva ascolana e l’altra all’ape di CISCO era l’ad Stefano Venturi in persona?
Orpo, ma io gli ho anche parlato con la bocca piena. Ma dei cartoncini col nome no? C’era lì un gran bastimento di voci lette e commentate a cui avrei voluto dare un volto e una stretta di mano. Ma poi prima che qualcuno mi intervistasse per poi tagliare tutto, prima dell’annuncio del nuovo impiego di LeleDainesi, prima di vedere il fondo del buffet, prima della terza birra, alcuni rintocchi di telefono cellulare mi hanno rammentato che di lì a poco sarei tornato a essere quello che sono: un umile blogger di provincia con un treno da prendere, una moglie da coccolare, una figlia da svagare.
Mentre uscivo, ho perso un sandalo.
Destro, numero 41, nuovo.

Jazz podcast. Un gran bel lavoro…

Jazz podcast. Un gran bel lavoro
Devo essermelo scordato quando ho fatto questo post qui.

Parlo del Jazz podcast a cura di Stefano Zenni (e Luca Bragalini) ospitato sulle pagine di EDT.it. Ma lo trovate anche su iTunes.
Molto ben fatto. Approfondimenti assai precisi e motivati su musicisti e stili. Analisi musicali ragionate, ma mai accademiche. Tono di racconto + esempio + spiega.

Non vedevi l’ora di capire il lavoro di Parker attraverso le diverse take di Ko-Ko?
O la vogliamo smettere di dipingere Bud Powell solo come un genio pazzoide e schizzato?
E quanto blues c’è in Giuseppe Verdi? E perché? E dove si è nascosto?
E chi è che un giorno ha preso in mano il sax tenore e inventato la ballad?

Buoni ascolti.