Canta che ti passa…

Canta che ti passa
Ogni vacanzella è un viaggio in auto e una canzone in particolare che rimane appiccicata alla memoria della creatura.
Dato in comune, l’allegria.
L’altra volta infatti toccò a due canzoni suicide. Stavolta vince a mani basse “Mamma mia dammi cento lire“, nella bolerica versione che sta sul disco I Visionari di Stefano Bollani, cantata da Petra Magoni.
Con tutta l’enfasi del mondo sul bastimento che affondòòòòòò.
Con quei capelli ricci e belli che l’acqua del mare li marcirà.
Con le parole della mia mamma che son venute la verità.
Proprio così.

25 aprile 1978

25 aprile 1978
Ora, io questa storia sono certo di averla già scritta, ma non so più dove e comunque non qui sul blog, quindi oggi eccola.

Facevo la V elementare e per il 25 aprile la maestra ci chiese di intervistare i nonni sui loro ricordi della guerra e della Liberazione. Io di nonno ne avevo uno solo e mi dissero che cose da raccontare lui ne aveva.
Così, la domenica successiva a Milano, fu il giorno della mia prima intervista. Usai il registratore a cassette, un Philips grande più o meno come questo notebook ma pesante il doppio e con dei tastoni grossi così che facevo fatica a pigiare REC fino in fondo. A scuola, la mia ricerca a tutti gli effetti “multimediale” fece un figurone.

Nonno Mario, qui accanto nel 1943 che nel ’78 aveva l’edicola in piazzale Baiamonti, parlò per un intero lato di BASF – C60 e l’unica cosa che ricordo perfettamente è il dettaglio del viaggio in bici. Che lui faceva ogni mese da Milano (via Volvinio) a Fondo, Val di Non (percorso che io bambino compivo ogni estate in 5-6 ore comode su una Ford Anglia), per andare a trovare la famiglia sfollata in montagna. 283 km e rotti. E nascosti dentro le gomme, tra il copertone e la camera d’aria faceva arrivare lettere e soldi ai reclusi nel campo di Gries – Bolzano.

Chissà dove vanno le vecchie BASF – C60 quando muoiono.
Chissà

Buona Liberazione.

Cintura nera di russo

Sono cazzi.
Per un guaio al timpano Lady Burp non può più portare i tappini la notte. (Almeno non quelli in gommapiuma, forse quelli da immersione chissà. Forse dovrò usare la cera per proteggerla dalla mia gutturale sirena).

Il volume del mio russare le esplode addosso con esiti ovvi.
Il divano mi accoglie sogghignando.
La mia cervicale bestemmia.
Un plaid addosso.
La finestra trema delle moto notturne.
E dei camion all’alba.

Se i tappini li metto io, non sento la creatura. Se tosse, se chiama, se ha l’incubo come dopo il documentario su Pompei che ha sognato gli scheletri.
(Alice, santapazienza, se ti scappa la pipì di notte, vai, non occorre, ripeto NON occorre che chiami per dirlo a tutti.)

Oggi spedizione in pharma per cerotti, spray e accrocchi vari.
Cerco solidarietà, consigli, rimedi della nonna, un letto dai vicini, un casco insonorizzato, un palato nuovo, altro.
Temo la rinoplastica, io.
ZZZZ.

Pillole di quintet…

Pillole di quintet

Su myspace ho messo due pezzi dal concerto della settimana scorsa. Hackensack (incompleta per questioni di lunghezza-spazio) e Lullaby of Birdland cantata da Luana.
Su Flickr ho messo le foto che ci ha fatto Tinez. Aggiungo che in realtà non siamo così dannatamente belli: è lui che è molto bravo a scattare.

Proprio a Tinez e a Valeria Zani (che si è occupata della locandina) è andato il nostro più sincero (e dunque sudato) abbraccio post concerto.

Chi non salta e perché

A Pavia il Papa mancava dall’aprile 1981.
Lo scudetto all’Inter mancava dal maggio 1989.
Oggi sono arrivati entrambi e nello stesso giorno.
La città blindata e transennata ha impedito il festeggiamento completo con le auto a strombazzare in centro storico. Cafonata che a me ha sempre dato fastidio, persino quando si festeggiava il Mondiale. Stavolta comunque avrei fatto un’eccezione alla mia proverbiale eleganza e chi non salta bianco-rosso-nero è, tié.

La creatura qualche ora prima di fronte a tante transenne aveva sbottato: “Che noia ‘sto papa, non si può andare da nessuna parte”.
Alla sera ho cercato di spiegarle che il nero e l’azzurro sono i colori più belli del mondo.
Inutile. “No, è il rosa shopping.”

Pescare nella rete…

Pescare nella rete
A p. 82 di "Il mouse e la topa", illuminante* citazione da Zio Burp!

Questo sms mi giunge ieri da Lele, cui in treno mostrai il libro che meco reco ma ancor non leco. 
Come sarebbe che non sapete di che parlo?
Diamine, informatevi!

* prima che lo dica Lele, confesso: l’aggettivo è mio.

Help, save Pandora e le sue sorelle…

Help, save Pandora e le sue sorelle
Dice che gli hanno quasi triplicato le royalties applicate allo streaming online.
Rischia di spegnersi la voce di Pandora (con blog e podcast) e di moltissime altre piccole emittenti.

Si firma qua.

Ora lo faccio. Appena lo trovo, lo faccio,…

Ora lo faccio. Appena lo trovo, lo faccio, promesso.
Metto in ordine le foto del concerto e le metto online, taglio i due pezzi più riusciti e li metto su myspace, mi faccio aiutare a riversare il video. Insomma, semino il Burp Quintet nella rete.
E poi devo mettere ordine tra tutte le masserizie traslocate dall’ufficio vecchio.
E ripassare Frank Zappa e avvertire il suo fan club del nostro concerto.
E andare a trovare Mirta che è neonata. E anche Asfalta, già.
E applicarmi in nuove semine non online.
E rimettermi a leggere dei libri.
E paziente attendere che mi ritorni la connessione a casa.

E poi dovrei anche trovar modo di far rifiorire questo spazio che ultimamente soffre della troppa presenza del mio ego e della mia altrettanta baffuta pigrizia.
E anche in palestra devo andare.

Appena lo trovo, faccio tutto, tranquilli.


Aria condizionale…

Aria condizionale
– Papi ma tu lo sai che scarpe aveva oggi Federico?
– No, quali?
– Aveva le scarpe coi buchi! Che sono quelle che – se soffi – respira la calza e anche il piede.

CINESTESIA: martedì 17 aprile,…

CINESTESIA: martedì 17 aprile, Metropolis, di Fritz Lang



Ecco, appunto, ieri ero connesso a sbafo da casa di Firma e, dopo aver chiesto accesso ai numerosi piccì presenti (che navigavano veloce, mica il mio) ho postato questo piccolo post che è finito per distrazia mia sul suo blog e sul suo account flickr.

Ma vabbè l’importante è che sappiate che domani a Spazio non c’è Sigfrido ma Metropolis. L’unica copia recuperabile di Sigfrido era sottotitolata in tedesco e ci pareva una pena aggiuntiva che il nostro (per ora) fedele pubblico non si meritava.
Un’intervista a William, che in quanto babbo di bluEsForcE lo è anche di questa Cinestesia andrà in onda stasera alle 22 su Lifegateradio, mentre io starò sgobbando sui pezzi di Zappa.

Poi vi devo dire del concerto Burp Quintet (e quivi potrò produrre, stavolta sì, audio e video e foto che ne testimoniano la buona riuscita) e magari se qualcuno vuol scrivere nei commenti "io c’ero, siete bellissimi tutti sudati" ben venga.

Infine un ringraziamento speciale a chi, unico in questo mondo veloce e disattento, ha notato e mi ha segnalato che sul Corriere magazine della scorsa settimana è apparso il post sulle Winx che sta qualche rigo più sotto.