SpazioMusica. Risplende il nostro palco…

SpazioMusica. Risplende il nostro palco
SpazioMusica

Curiosavo su Flickr e questa è proprio una bella foto. Con tanto di stelline che risplendono lassù.
Grazie Andrea17733, chiunque tu sia.

Robe da matti…

Robe da matti
Un inizio stentato, poi buone aspettative, i primi risultati tangibili e poi al primo banco di prova serio sul fronte internazionale improvvisamente ci areniamo in questo modo qui, un pareggio in casa?
Ma va’ a da’ via i ciap.

(E ora scusate ma devo leggere l’editoriale di Feltri. E cominciare a decidermi tra Fini e Casini.)

Cinestesia: The cabinet of dr. Caligari …

Cinestesia: The cabinet of dr. Caligari
Caligari locandina

Appuntamento a SpazioMusica, martedì 27 febbraio.
Altri dettagli qui, quo e qua.

Si può fa-re!…

Si può fa-re!
Installazione ADSL a casa e conseguimento iPod 8 Gb in medesimo giorno.
Navigo wireless in mutande ascoltando musica, sigaretta alla mano, in balcone.
Complice piccola febbre della creatura domani, lavoro da casa.

La passione che si sente anche via pod…

La passione che si sente anche via pod
Questa settimana si preparano le nuove puntate di SpazioMusiCast.
Si terrà conto di tutti i pareri e i consigli e le critiche che sono arrivati. In realtà, non sarà facile perché avete scritto tutto e il contrario di tutto. In linea di massima comunque cercherò di fare puntate più agili (e tematiche?) e mettere più musica.

Per intanto a me quest’esperienza mi garba assai. È bello chiacchierare ogni settimana con un paio di artisti diversi. Diversissimi, ma che hanno qualcosa di importante in comune: fanno la propria musica e ci credono. Toccare con mano queste passioni a me fa benissimo.

Quindi per ora grazie e arrivederci a tutti quelli che hanno partecipato a SpazioMusiCast: Dorian Gray, Stefano Tessadri, Simona Salis, Francesco Camattini, Graziano Romani, i Cheap Wine e i Cadaveri a Passeggio.

Jazz: largo ai giovani…

Jazz: largo ai giovani
Sabato sera ho suonato col Burp Quintet al caffè Mazzini di Sanremo, nella Pigna. Locale piccino, accogliente, pubblico caldo, bella serata.
Si alza un marcantonio con due fili due di prebarba sul mento e chiede se può suonare. Tira fuori un contralto e ci soffia dentro con grandissima energia e con parecchia perizia.
Una intera tavolata di ragazzini (cose mai viste a un concerto jazz) lo sobilla adeguatamente e noi volentieri ce lo teniamo sul palco fino a fine serata.
Perché è bravo questo Stefano, proprio bravo.
E ha – cazzarola –  16 anni.
Olè.

In morte di uno Zen…

In morte di uno Zen
È da prima di natale che sono senza lettore mp3. Il buon vecchio Creative Zen è caduto a terra per la terza volta e per la terza volta si è fermato. Non si è mai rialzato: è sempre stato sostituito.
Stavolta però è fuori produzione quindi invece di cambiarlo, mi sganciano un buono di 199 svanziche per accattarmi qualcosa d’altro.

Cerco un lettore mp3, piccolo, capiente (6-8 Gb), semplice. Se ha la radio meglio. Se registra ancora meglio. Comincia per i e finisce per Pod? O c’è altro?
Cosa mi consigli?

(Alt, fermo/a lì: se non te ne intendi non scappare. Consigliami un libro o una ricetta,  grazie).

Tutto il calcio che conta…

Tutto il calcio che conta
La premessa è che mio suocero è juventino. Ragion per cui la creatura chiama ancora "juventus" quell’equino africano a strisce.
D’altra parte due anni fa mio suocero mi chiamò dallo stadio e mi passo mia figlia che stava assistendo a Vogherese-Juve. Mio nonno interista si rivoltò in un cimietro alpino e finì lì.

L’altro giorno, però, da Dechatlon passiamo accanto alle maglie dei calciatori. E ci sono ovviamente le tre casacche delle grandi a strisce. Le indico alla creatura e lei da brava commenta: "Sì, questa è la Juventus, questa è l’Inter, e questa è la Vogherese".

Crescere, ma lentamente

Ieri ho svegliato la creatura e appena le ho confermato che era il suo compleanno lei è balzata fuori dal letto. “Oggi, ho cinque anni. Allora vediamo se sono cresciuta” ed è andata a misurarsi con gli elementi.
Qualche ora dopo nel pomeriggio in auto, lei guardava fuori dal finestrino e quasi tra sé borbottava: “Ho cinque anni… ma non è cambiato niente…”

Cinque anni fa…

Cinque anni fa
Ali al telA quest’ora ero nel turbine della neo paternità.
La creatura era al mondo da un paio d’ore e cominciava a pretendere attenzioni. Parecchie, pure troppe. Dai medici prima ancora che dai genitori.
L’ho allattata io per primo, dentro una culla spaziale in plexiglass, facendo rapporto a Lady Burp, "detenuta" in altra clinica. Un inizio col botto, insomma, cazzi amari. 15 gg di detenzione e un annetto di controlli. E di un’ansia sottile e bastarda che pranzava e cenava e dormiva con noi.
Oggi Alice compie 5 anni. E qui si tira fuori dal cassetto la lettera che scrissi ai colleghi al rientro al lavoro.
Già, perché allora non avevo un posto dove scrivere.
Né il dono della sintesi.
Nè la minima idea di cosa significasse essere genitore.

Alice 1.0 (25 febbraio 2002)
La piccola Alice ha deciso di dimostrare subito un certo carattere e una spiccata personalità. Ha scelto di sorprendere tutti proprio la notte di S. Valentino. Quella sera, mentre il babbo lavorava al computer, la mamma aveva guardato Incompreso, commuovendosi oltremodo. Evidentemente anche Alice ne era rimasta non poco colpita, tanto che poche ore dopo, con le sue lacrime ha aperto le acque.
(Lezione numero uno: mai lasciare una donna incinta al nono mese sola davanti a una fiction strappalacrime, ci fosse anche l’attore più fico del mondo.)

Non contenta di aver sbaragliato tutti i piani di famiglia (per non parlare dei turni dei ginecologi e degli anestesisti e di tutti i bei discorsi fatti sul parto indotto), Alice ha deciso di dettar legge fin da subito.
Con la scusa che si sentiva poco bene ha preteso un trattamento e delle attenzioni da vera primadonna. Innanzitutto dopo essersi guardata rapidamente intorno ha deciso che voleva un ospedale più grande. Poco dopo è apparso subito chiaro che non si sarebbe accontentata di una culla qualsiasi. Voleva una culla spaziale, in plexiglass con accanto tutta una batteria di graziosi apparecchietti elettronici: quello che fa plin, quello che fa boing, quello che si vede l’onda e il mitico sensore luminoso collegato al piedino che magari può venir buono anche più avanti in queste zone tanto nebbiose. Intorno alla culla spaziale ha poi preteso un costante andrivieni di medici e infermieri tutti compìti e indaffarati.
Dopodiché ha deciso che tutto questo per ora le bastava e si è messa a dormire tranquilla. Ma siccome si sa che gli esami non finiscono mai, ebbene Alice ha preteso che cominciassero subito (così si porta avanti, no?), e che fossero ripetuti e approfonditi. Nel frattempo lei ha preso a fare con regolarità proprio tutto quello che fanno i neonati: dorme, mangia e caga con impegno e assiduità costanti.

La piccola Alice è nata il giorno di S. Faustino, se non erro patrono dei single. Dubito che questa circostanza potrà scoraggiarne gli eventuali corteggiatori perché lei è bellissima. In questo somiglia in modo inquietante al suo papà che, nonostante l’attuale decadenza, ha un passato remoto di bimbo bellissimo. E alla sua mamma che è rimasta bellissima anche da grande.

A proposito di quel chiacchierone del suo papà, Alice gli ha strappato la promessa di mantenere un certo scaramantico velo di riserbo sui tempi della sua vacanza nell’ospedale grande.
Ieri, vedendola senza più troppi fili e priva pure dell’ormai consueto piedino luminoso, il suo papà ha deciso di tornare al lavoro e le ha promesso che non si sbilancerà in troppe previsioni o commenti e che rimanderà tutto quanto, compresa una bella sbornia, a quando lei arriverà a casa.
Vi ringrazio per tutte le domande che vorreste pormi, per tutti i lupi nelle cui bocche mi mandereste, per tutte le pacche sulle spalle che vorreste darmi.
Io non sarò loquacissimo, ma capitemi… non posso certo cominciare subito a non mantenere le promesse.

Buona giornata