Questo post l’ho già scritto…
Questo post l’ho già scritto
Sì, intendo quello sulla colonna di destra che non aggiorno più/mai.
Però intanto il tempo passa e le statistiche mi riferiscono di nuovi visitatori sempre pochi (che diamine, siamo nicchia della nicchia), ma buoni.
E allora è il caso di dire che con l’anno nuovo questo blog morirà e rinascerà più bello che pria. E rimetterò mano a tutta la colonna infame e magari correggerò la metafora digestiva e aggiornerò le fonti e soprattutto rifarò il blogroll o metterò un delicious, posto che impari a scriverne il nome.
Sì perché i link hanno un valore (e l’acqua calda scotta) e me ne accorgo quando senza saperlo mi ritrovo linkato dal blog dell’Art Directors Club Italiano, che ringrazio, e allora può darsi che questo sia lo spunto per rimettermi a scrivere (anche) di advertising.
Altrimenti magari se ne accorgono che parlo d’altro.
E mi dislinkano.
Chi è che porta i pantaloni…
Chi è che porta i pantaloni
Ieri alle 19.21 dal seggiolino posteriore della bici, mia figlia chiede: "Papi, ma perché tu non piangi quando la mamma ti sgrida?"
E io penso al seguente dialogo in un film di Woody Allen, ora non ricordo il titolo.
Bambino: Papà ma in casa chi comanda tu o la mamma?
Babbo (Woody): Come sarebbe chi comanda? Io comando. La mamma prende le decisioni.
PiùBlog a Roma (dentro…
PiùBlog a Roma (dentro PiùLibri)
Stamattina in stazione ho incontrato i miei amici filosofi di Recensioni filosofiche che andavano a Roma per PiùLibri.
A loro ho raccomandato di passare agli eventi promosso da PiùBlog.
A voi semmai foste a Roma domattina e all’improvviso vi chiedeste "Come si fa una recensione filosofica?", a voi in questo caso, remoto ma neppure tanto direi, raccomando di andare da loro, che c’è fior di dibattito e fior di ospiti.
E buon lavoro a tutti gli amici, noti e per ora ignoti di PiùBlog.
7 dicembre 2006, Palazzo dei Congressi EUR, Roma, Ore 15, Sala Campana
Che cosa è una recensione filosofica?
A cura di ReF-Recensioni Filosofiche e Moretti e Vitali Editori
Intervengono
Edoardo Camurri (Il Foglio), Mario De Caro (Universita’ di Roma Tre), Mario Ricciardi (Universita’ di Milano). Coordina Andrea Rossetti, direttore di ReF.
Cronache verissime…
C’era un tempo in cui, partiti per la vacanza, con amigos o con fidanza (poi legittima lady), al primo autogrill si comprava Cronaca Vera da leggere ad alta voce in viaggio. Cronaca Vera era un imperdibile campionario di tragiche storie della provincia profonda, spesso efferati delitti, spesso strampalate bufale o truffe ordite da maghi. Era un giornale realmente popular: in bianco e nero ma con tanto rossosangue, infarcito di luoghi comuni e di tanta buona morale familiar-catto-patriottarda-qualunquista.
Ebbene sono passati 20 anni e rotti e Cronaca Vera è ancora lì, uguale a sempre. È stato bellissimo ricomprarlo e sfogliarlo. C’è ancora persino la mitica rubrica I misteri del sesso, firmata dal dott. R. dell’Alba.
Perché l’ho riletto dite? Perché proprio allo “stile Cronaca Vera”, il collettivo Soda ha dedicato il proprio terzo speciale, Cronache Verissime. Il mio articolo si chiama “Oggi ti suono io. Per sempre” e sta a p. 14.
Il servizio fotografico è stato organizzato con mia figlia, molto incuriosita dal fatto che volessi fotografare alcuni suoi giochi. E ovviamente tenuta all’oscuro dei risvolti tragici della vicenda e del fatto che il suo pinguino fosse un assassino. E forse anche Barbie.
Tutta nuda, come piace a me…
Tutta nuda, come piace a me
Una voce e un contrabbasso in miracoloso equilibrio artistico e creativo.
Con un repertorio che resuscita i classici del pop, omaggia la musica sacra, cerca (e trova) strade più personali.
Con un atteggiamento di invidiabile, pregevole relax, di chi fa una cosa con amore, te la offre e si diverte.
Con un suono complessivo preciso e pulito, sia nell’urlo che nel sussurro.
Con gli strumenti per creare pathos e quelli per strappare una risata.
Con le soluzioni minime ma preziose per sorprendere e tener vivo l’ascolto.
Tutto questo accadeva ieri sera alla Salumeria delle Musica, sul palco Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, di cui – occorre dirlo? – vi consiglio i dischi ma in particolare il concerto.
Quello di ieri (con dentro anche un’intervista) potete ascoltarlo – se non ho capito male – oggi alle 18.20 – da Rock Files di Lifegateradio.
UPDATE 1: mi dicono che la serata sarà in streaming sul web di Lifegate martedì prossimo. Nell’etere invece sarà trasmessa in quello stesso pomeriggio.
UPDATE 2: tra minitour nelle chiese: mercoledì 13 dicembre a Milano, S. Pietro in Sala, p.zza Wagner.
Forfait al Barcamp di Torino: sarò…
Forfait al Barcamp di Torino: sarò lì in spirito
Ci avevo fatto un grosso pensierino al Barcamp di Torino, davvero davverissimo.
Il menu degli argomenti e degli interventi, anche sfrondato dei temi più tecnici a me ignoti, rimane interessante.
Ma parliamoci chiaro: più che altro mi interessava veder interagire le persone, guardarsi in faccia, parlarsi, linkarsi con una stretta di mano oltre che con costanti letture e relative commentature
Il Barcamp di Milano me lo sono goduto nei giorni successivi, leggendo e ascoltando i podcast messi in rete. E così sarà anche stavolta.
Gente: sappiate che vi penso e che sono con voi.
Buon lavoro e buon divertimento a tutti voi.
Beatles cover story n. 3…
Beatles cover story n. 3
Seguendo la lodevole tradizione Brian Ibbot di Coverville ha postato in questi giorni il terzo episodio (primo e secondo) di una serie di "Beatles cover story". Una doppia puntata, oltre un’ora di musica dei Fab Four rimaneggiata, consacrata, rivitalizzata (se siete dei puristi leggete: insultata, stravolta e stuprata) da artisti noti e meno noti.
Da ascoltare assolutamente almeno We can work it out (Phil Keaggy and PFR), una irriconoscibile ma miracolosa Help! (Isaac Scott), Honey Pie (Tuck and Patti), Oh Darling" (Bela Fleck and the Flecktones). E altro ancora.
Morale: il songbook dei Beatles rivive non solo con il nuovo (?) Love, ma pure attraverso le iniezioni di sostanze varie (country, jazz, electro, yodel, knutzmirk ecc.) che i musicisti del mondo gli vanno praticando.
Consigliato ai curiosi, il purista ascolti Revolver.
Il tremore degli anelli…
Il tremore degli anelli
In Uk il giocattolo erotico è ormai sdoganato al punto tale che il suo spot passa in tv, seppure giustamente in orari "sicuri". Con qualche polemica al seguito.
Poi però capita che Mates, un concorrente di Durex elevi una nota di vibrante protesta accusando quest’ultima di avergli scopiazzato la creatività da un proprio spot virale.
Effettivamente i due spot – di un prodotto equivalente – hanno molto in comune. Ma che diamine: le strade della creatività (e della follia) sono infinite.
E questa qui era proprio la prima da percorrere. E quella buona. La promettente scatolina infiocchettata regalata al ristorante era posto dove qualunque creativo avrebbe pensato subito di piazzare l’anello.
Ops, scusate: prima li guardate, poi giudicate voi.
Mates Intensify, Durex Play.
UPDATE: il prodotto genera una certa curiosità, probabilmente sincera (e altrettanta confusione e pericoloso italico sperimentalismo). Anche se tra tutti quei commenti anonimi sarebbe facile infilarsi anche per un’azienda e alimentare la curiosità medesima. Tipo: "L’ho provato anche come braccialetto: è strafiko e non ce l’ha nessuno, ciao Giusy82"
Missione compiuta…
Missione compiuta
In una Palazzina Liberty gremita per oltre un decimo della capienza, di fronte a un pubblico omogeneo di poeti ultrasessantenni in giacca, con moglie in tinta appesa al braccio e scazzati giovinotti trentaepiù attenti ai destini del mondo, la crudele poesia mitomodernista ha detto dell’amore come energia rigeneratrice del mondo e della vita.
La musica del sottoscritto alla pianola con scotch e la voce umida di pioggia della mia complice hanno scavato sorridenti ferite nei cuori più disponibili, sottolineando come da contratto "le necessità esplosive della scrittura".
Fine, tutti al bar. Ci si rivede qui tra un anno.
Che s’ha da fa’ pe’ campà…
Che s’ha da fa’ pe’ campà
Su D La Repubblica delle Donne dello scorso sabato (a p. 36), Vittorio Zucconi riporta in primo piano la vicenda del pisello finto esploso nel microonde.
Interrogandosi sulla profonda missione del giornalismo.
E rafforzando la convinzione già espressa qui secondo cui è meglio il trucco del palloncino.