The Black Dahlia 2, il pacco brucia…

The Black Dahlia 2, il pacco brucia
Al cinema ci vado poco e quando ci vado la scelta sbagliata, il pacco, brucia. È successo con Chiedi alla polvere, ma lì forse più per "merito" del libro che per colpa del film. È successo per The Black Dahlia.
Il fatto è che quando esce un film che mi vibra bene (wow quanto mi piace ogni tanto togliermi 20 anni, almeno nel linguaggio) io salto apposta tutte le recensioni per arrivare in sala e sedermi vergine davanti allo schermo. Altri film invece che scopro grazie alle recensioni (Little Miss Sunshine per dir solo l’ultimo) a Pavia neppure li passano quindi amen.

Tutto ciò per dire che rileggendo ex post le recensioni sul film di De Palma, già quella di Film Tv metteva molto molto in guardia, Alessio Guzzano su City pure.
Ma la recensione più bella e condivisibile – anche perché divertente – mi sembra quella di Matteo Bordone.
Che poi in fondo io lo so perché ci sono andato. Perché c’era Ellroy, LA, gli anni ’40. E io speravo fosse un altro LA Confidential.
 

Cornici di rame …

Cornici di rame
Specchi per brame o per trame
(Ciarpame?)
Specchi di brame
Esperimento di ritrattistica multiangolare dal robivecchi.
Qui, per miopi.

Eventi, parole, persone…

Eventi, parole, persone
E così capita che vai a questo evento, Top of the Blogs di Edelman, per lavoro e poi alla fine, un po’ che hai un blog (ormai solo) personale, un po’ che non scrivi nel w/e, insomma che senso avrebbe raccontare com’è andata quando ormai c’è gente che lo fa meglio e più velocemente di te?
E poi non è proprio la prima volta che più delle parole ascoltate (quelle ufficiali, con le slide e le ricerche ecc.), quelle che più ti senti vicine e che alla fine ti porti addosso quando te ne vai sono quelle scambiate a voce con le persone che hai incontrato, conosciuto, riconosciuto, ritrovato.

Bah… deve essere perché vado solo a convegni poco interessanti pieni di persone interessanti.

Un saluto – in rigoroso ordine di apparizione – ad Andrea di Marketing Routes, Lafra e Alex di Ninja marketing.

UPDATE: coi link di lafra mi son fatto un rapido e sapido giro di opinioni. Per fermarmi da Mafe anche per la chiarezza e la passione che ci mette: no alle semplificazioni, la reputazione si pesa, caso per caso. Backlink uguale influenza è una sonora stronzata.  

(E personalmente – in tema di valore dei link – è anche ora di rifare tutto il blogroll lì sotto, mamma mia che schifo tutta ‘sta colonna di destra, ma tanto con Fugaz presto ci si mette le mani, no?).

E tosto mi ripongo l’interrogativo di Valdemarin: ma all’estero non ce l’hanno un grillo o un 7incondotta che inquina i risultati?

Molto Ben…

Molto Ben
È che pensavo di aver chiuso coi concerti rock nei palazzetti o teatri perché alla fine tra la distanza, il suono scarso e il casino, non me la godevo.
Invece ieri sera, davanti a mr. Ben Harper, ho realizzato che forse non sono ancora del tutto un matusa.
Ho avuto un momento di pura estasi sul set acustico. Ecco, lì ho chiuso gli occhi e non ero più lì. Non credo di aver russato ma Ben sa che stavo godendo e quell’altrove dove mi stava portando non era solo un sonnellino.
Ho avuto poi un signor brivido quando – su Where could I go – il ragazzo ha abbassato a spanne il volume della band e poi quello del pubblico, ha mollato il micro e si è spinto sul proscenio. E ha cantato un minuto buono con la voce tutta nuda. Che iddio gliela conservi tutta quella voce e la maniera sincera e generosa in cui ne fa uso. Senza paura di grattare, di forzare. Senza paura di perderla o di perdersi. Fico.
Per tutto il concerto, insomma, la mia anima ha ballato serena.

Qui un vecchissimo post, ormai privo dell’immagine e con commenti che puntano a blog ormai quasi inesistenti. Passa il tempo eh?
Qui una ricerca in Flickr per chi volesse vedere qualche immagine di questo tour.

Obiettivo Paris…

Obiettivo Paris
E dopo Londra, Parigi. Ospite dell’amico Fugaz, esattamente a Ménilmontant, per ben 5 giorni, dal 27 ottobre al 1 novembre.
Ora, tu che leggi probabilmente ci sei stato a Parigi. O a Eurodisney quando avevi i pantaloni corti, o in gita da scolaro, o al puro cazzeggio scoperta da grandicello, o di nuovo a Eurodisney coi pargoli.

Bene, ora prenditi 3 minuti e suggeriscimi:
1) qualcosa da fare / visitare
2) qualcosa da mangiare / bere (un posto dove mangiare / bere)
3) qualcosa da comprare.

Ne farò tesoro.
Grazie assai in anticipo da me e da Lady Burp.

Gli influenti della blogosfera……

Gli influenti della blogosfera…
È un incontro promosso da Edelman e Technorati, domattina qui a Milano.
Io ci vo e drizzo tutte le antenne che ho. E volentieri incontrerò qualche volto noto e meno noto con cui ci si legge e scrive qua e là.

Ne stan parlando in mille e fioriscono dibattiti, discussioni e anche scazzini più o meno tecnocomprensibili, quindi non saprei da dove cominciare a mettere i link.
Poi orpo finisce che perdo il treno.

Scrivere per essere letti o scrivere per…

Scrivere per essere letti o scrivere per pubblicare un libro?
L’altro giorno sono stato a curiosare alla presentazione di
"L’autore in cerca di editore" di Maria Grazia Cocchetti (una recensione la vedo ora anche qui, sulla magia).
Ebbene è un librino che esce ora rinnovato, in versione più agile e tascabile (anche proprio per la tasca, dico che costa solo 10€), ma per nulla diminuito nell’utilità.
Aiuta a coltivare le principali virtù dell’apprendista scrittore (la pazienza dell’attesa, il naso blindato contro le porte in faccia) e soprattutto aiuta a impostare meglio dal principio proprio il lavoro di ricerca di un editore per sé e per il capolavoro che tutti teniamo in un cassetto della scrivania o della mente.
Contiene agili profili-intervista sia alle agenzie letterarie che agli editori.

All’autrice, che da una decina d’anni ormai segue le vicende di questo scenario, avrei voluto chiedere (ma mi partiva il treno) cosa sta realmente cambiando in questi ultimi tempi recenti e veloci. Se la completa facilità di pubblicazione in rete (e le non banali soddisfazioni che essa può dare) stia in qualche modo arginando la quantità – o anche solo mutando la qualità – delle messi di manoscritti che gli editori ricevono.
Siccome poi vedo che l’autrice ha
il suo sito, con un’apposita rubrica di posta, all’uopo gliela giro.

The Black Dahlia è una cagata pazzesca…

The Black Dahlia è una cagata pazzesca
Ecco. Credo di essere stato abbastanza diplomatico.

Ah, poi Steven non era uno sporco maiale…

Ah, poi Steven non era uno sporco maiale
A New York, nello scorso luglio, Emily scopre il tradimento del marito, lo sbugiarda con un video sul proprio blog e lo umilia con una maxi affissione pagati coi risparmi comuni.
Ce la siamo bevuta? Chi più chi meno sì.
Poi è bastato chiedere alle persone ben inforrmate (in questo caso Markettara di disruption) per sapere la verità, qui nararta da Tanuki. Cioè che si trattava del lancio di un nuovo reality. 

Spaziomusica: a Pavia un ottobre bello ricco…

Spaziomusica: a Pavia un ottobre bello ricco
Sia sabato che poi anche ier sera i piedi mi hanno portato a SpazioMusica. Ho chiacchierato coi ragazzi, sbirciato il programma e vi segnalo le cose IMHO più interessanti.

Gli You am I vengono dall’Australia dove sono idoli e hanno i loro bei trascorsi ad aprire concerti in giro per il mondo per gentaglia tipo Who, Nirvana, Stones. Qualcosa vorrà pur dire…

Il californiano Gregory Darling, che sta girando anche le librerie Feltrinelli, è un bel tipo di cantautore pop che dichiara discendenze e collaborazioni stimolanti e responsabilizzanti. Ha fatto un disco di cui – dicono – si parlerà.

Edoardo Catfish Fassio è l’autore de Il Blues, bellissimo libro che mi fa compagnia in questi giorni. È anche molte altre cose Catfish, innanzitutto un dj storico della scena blues. Per me è un signore che mi sta raccontando una gran bella storia. E di sicuro vado a salutarlo.

Verso fine mese arrivano i Marta sui tubi e pure i PgTime, prima data pavese del mio rockfratello Teo. Ma di questo riparleremo.