Tornerà un altro inverno

Vacanze lunghe belle semplici e rilassanti. Per la prima volta ho staccato da tutto. Anche da me stesso e dai miei soliti personali obiettivi di usare le vacanze anche per qualcosa di diverso da riposo e famiglia. Così davvero lassù non mi è mancato nulla: né il lavoro, né i colleghi, né la metropoli, né il pianoforte. Nemmeno il blog, nemmeno. E non ho prodotto i soliti post delle vacanze da sgranare in questi giorni. Ho ricordi belli e foto. Qualcosa ne nascerà da questa estate. Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore.

Scampolo di estate pavese, Festival dei Saperi. Da quel che ho visto è andata molto bene. Visto del gran Pinocchio della Tosse, qualche altro spezzone di musica, cortili universitari rifioriti, un gioco dell’oca gigante, gli ELST e una grande performance notturna dei Rude Mood, sempre più bravi. Buona la prima dunque per il neonato Festival, anche se le polemiche non mancano.

Poi ho passato una notte di tormento che nemmeno l’Innominato. Devo smetterla con la peperonata a mezzanotte, cambiare dieta, cambiare qualcosa. E forse un po’ di pace tornerà.
Ieri, evidentemente per coccolarmi un po’, ho fatto due cose a lungo meditate: iscritto la creatura al suo primo corso di musica e prenotato un piano digitale da scarrozzare in giro.

Qui in giornata si supera quota 100.000. Lunedì si supera quota 39.
Cadranno mille petali di rose.
Giù il gettone, signori, nuovo giro, nuova stagione.

Professione podcaster…

Professione podcaster
Brian ha trovato lavoro: ora vivrà semplicemente del frutto dei propri pod.
Visitatelo, scricatelo, incoraggiatelo, congratulatelo.
Chevvelodicoaffa?

Ritratto di compleanno, n. 2


Rispetto al disegno di un anno fa, nella stessa occasione del complemamma, la creatura ha aggiunto numerosi particolari ai vestiti (in particolare al suo), coriandoli e festoni volanti. Ha inserito il tavolo, ridotto le dimensioni della torta.
Ha imbizzarrito la chioma rossa della festeggiata e completamente azzerato quella del sottoscritto che appare correttamente munito di pizzetto.
E si è aggiunta un mezzometro abbondante di statura, al netto del “viadema” da principessa.

Pinostrofa o Filastrocchio?…

Pinostrofa o Filastrocchio?
"Qui comincia aprite l’occhio / l’avventura di Pinocchio".
Così comincia la riscrittura in versi (qui c’è tutta la storia dell’opera più la rava e la fava) che Rodari fece del testo collodiano, corredato poi dalle illustrazioni del Verdini.
Quando ho trovato questo libro nella biblioteca sperduta sui monti ho capito subito che ci avrebbe fatto compagnia per mezza vacanza. E che l’avrei aggiunto alla lista di cose pinocchiesche già prodotte qui e qui.
Ma ancora non sapevo che al ritorno a Pavia, proprio Pinocchio sarebbe stato protagonista dello spettacolo in piazza del Carmine del Teatro della Tosse, di cui da tempo qui si è ammiratori.
E si potrebbe pure partecipare o rilanciare il concorso del blog della Tosse, Tira fuori il Pinocchio che è in te… Qual è la bugia più grossa che hai sparato o ascoltato? (Quelle dei politici sono va da sé fuori concorso).

Pinocchio della Tosse
Pinocchio cammina cammina…
ore 20.30, oggi, domani e dopodomani, a Pavia.
Ci si vede.

Festival dei saperi…

Festival dei saperi
Ecco la notizia è che anche Pavia, nostra ridente e sonnolenta città, ha deciso di percorrere la via degli eventi. Da oggi a domenica il Festival dei saperi. C’è un po’ di tutto: scienza, filosofia, teatro, videoclip, concerti, artisti da strada, attività ludiche per bimbi. C’è persino la Notte bianca, sabato…
A parte le cose serie e seriose, cui come è noto sono diventato allergico, cercherò di partecipare e farmi un’idea.
Sicuramente non mi perderò il Pinocchio del Teatro della Tosse e i Rude Mood (di cui ancor vi devo dire del nuovo disco…).
Intanto c’è attesa e curiosità per vedere come reagirà la città e per capire se l’investimento fatto (cospicuo) in qualche modo pagherà. E già affiorano polemiche qua e là, anche sulla stampa.
Intanto ne hanno già scritto altri due pavesi. Firma e (per ora nei commenti) Gattostanco.

Lacrime di coccodrillo…

SteveÈ che i giornali di oggi son infestati di coccodrilli.
Su Giacintone Facchetti, capitano-mio-capitano che ebbi la tua figu di Argentina ’78 e mai ti vidi giocare mai, sigh, mi astengo e leggo Gianni Mura.

Invece mi chiedo cosa dovrebbe dire il coccodrillo di uno che per mestiere rompeva i maroni ai coccodrilli? Una cosa semplice, asciutta tipo “Olè, era ora”.

Poi penso che cicciobomba Steve Irwin, cazzo, non riusciva proprio a starmi antipatico.
E che mia figlia tempo fa era innamorata di lui e non gl’importava avesse già moglie, lei lo voleva sposare Steve. E ora mi tocca a dirglielo, alla creatura, che non se ne farà nulla.
E poi un giorno in tv faranno la puntata finale. Che si chiuderà con una musica triste e le immagini al ralenty di lui che saluta. O il film per il cinema, sì, credo che faranno il film prima o poi.
E penso che il 4 settembre diventerà una ricorrenza importante nel calendario rettile (la festa della liberazione?) e immagino telegrammi di congratulazioni tra rettili e pesci.
E penso che quest’estate razza batte rottweiler 2-1.
E mi chiedo se presto farà fico esibire una razza nell’acquario di casa.
E se qualcuno non ha ancora scomodato il poeta, beh lo fo io, vil razza dannata.

Ah, io sono tornato, come state?

Partenza…

Partenza
Stavo per scrivere un msg di bye bye e buone vacanze. Mi accorgo conto che sarebbe molto simile a
quello di un anno fa. Questo evidentemente perché sono un tipo abitudinario fornito di solide certezze.

Questo blog si rianimerà verso l’inizio di settembre. O magari pure prima.

Buona permanenza a chi permane, partenza a chi parte, buon divertimento a chi è già aprtito. 
Buone letture e ascolti e belle cose a tutti.

Il ritorno di Barney, pardon Mordechai,…

Il ritorno di Barney, pardon Mordechai, pardon Duddy
Duddy copertinaSiccome so per certo che qui bazzicano dei fan (presenti e forse futuri) di Barney Panofsky e di Mordechai Richler, per tutti noi la bella novità arriva a ottobre.
Adelphi pubblicherà "L’apprendistato di Duddy Kravitz", primo successo dello scrittore canadese, uscito nel 1959.
Sulla prima del Foglio di oggi, in pdf, prima pagina il solito bel pezzo non firmato (sarà l’elefante o la Mancuso?) e un ampio e immancabilmente divertente racconto delle prime pagine.

Ah, qui c’è pure un articolo del suo traduttore italiano, Matteo Codignola, su Richler "venditore di se stesso". (Poi lo leggo neh.)
Cosa diavolo sia questo invece francamente non lo so.

Attesa…

Attesa

Penultimo giorno di lavoro…

Cuccureddu Educational

 
Come ormai è ben noto, la “storia di Cucureddu” è stato qui da noi uno dei punti di forza dell’educazione della creatura allo sbrigliamento guidato della propria fantasia. (Ciumbia, suona bene no?).
In breve si prende questo personaggio, ingenuo ma non cretino, e lo si fa entrare e uscire da fiabe classiche, moderne, cartoni, realtà, interagendolo coi relativi personaggi. Si apre un unico vasto territorio narrativo insomma, con gran rimescolanza di vicende, caduta di schemi, interattività della creatura medesima (nel decidere dove lo portiamo oggi Cuccureddu o nell’indovinare il personaggio appena messo in scena dai pochi tratti forniti). Ora è stato testato il filone Cuccureddu Educational, il cui canovaccio è il seguente.

Cuccu viene chiamato dalla moglie che gli chiede di scendere per favore a comprarle una cosa. Tipo il pane, il pesce, il sale, la pizza, una torta, il vino, un maglione. Lui da bravo esce ma l’acquisto è impossibile (negozi chiusi, dimenticato i soldi, prezzo troppo alto). Allora parte e va, sereno e determinato a farsi da sé, con le sue manine, ciò che la moglie ha bisogno. Prende di solito la via della campagna, si cerca le materie prime, conosce e scambia favori e baratti con contadini, pescatori, artigiani ecc. Riesce nella sua missione e fa ritorno a casa. Ma ci ha messo molto più tempo, spesso dei giorni interi (per un buon vino anche dei mesi) e la moglie è ovviamente un pochino in apprensione. Ma lui racconta l’accaduto e mostra orgoglioso il frutto del suo girovagare e del suo lavoro: “L’ho fatto tutto io, per te”. Lei si commuove. Sipario.

La prima parte viene parzialmente recitata. Io faccio Cuccu e la creatura la moglie. In questo modo il “cosa” ha bisogno lo sceglie lei. E fino all’anello, al vestito da sposa io sono riuscito a orchestrarle una produzione attendibile. Quando ha detto “ho bisogno… una macchina nuova”, beh lì ho dovuto mettere in scena almeno un paio di maghi.