tempo d’estateFior d’esclamazione!Il nuovo…

tempo d’estate
Fior d’esclamazione
!

Il nuovo motto è: quando manca il tempo di un post, meglio una foto che nulla.
Finché durano le foto…

immaginiOgnuno cerca il suo gatto…

immagini
Ognuno cerca il suo gatto

libri, letture, musiche,…

libri, letture, musiche, parole
Burattinando

Sto leggendo Pinocchio. Ad alta voce.
Per una platea di una sola attentissima ascoltatrice.

È una bellissima edizione Piemme – Il battello a vapore. ltre alle illustazioni ha anche piccole immagini e foto che raccontano la vita di allora. Ci sono anche alcune copertine straniere (favoloso Pinocchio in manga).
Leggo il testo originale, mica palle. Quindi a volte devo cambiare direzione in corsa, sostituire una parola, allargare un concetto. La platea ha 4 anni soli. Ma il testo originale è un sacco vivo.

Così mentre leggo, ho precisi flash del mio Pinocchio, quello in due volumi rossi e grossi, dei Fratelli Fabbri editori. Quello con i 45 giri che mio fratello ancora recita a memoria. Gli stessi 45 giri che ora non so come ascoltare.
E sempre mentre leggo ho dentro il ritmo saltellante della musica che Fiorenzo Carpi scrisse per il Pinocchio tv di Comencini. Musica che ho ritrovato omaggiata qua e là (il tema di Pinocchio, quello di Geppetto, quello di Lucignolo) ne L’impostore, un interessantissimo, ottimo podcast di cui scriverò tra poco.
O penso all’eliano Burattino senza fichi, di cui pazientemente feci – sudando – un perfetto midifile (tuttora inedito) compreso l’assolo di Cesareo. 
E sempre in tema di Pinocchio mi viene in mente anche un giornaletto a fumetti zozzerello, tipo Lando o Jacula per intenderci, di cui ora non trovo il titolo esatto.
E per chiudere in bellezza ci aggiungiamo il Pinocchio di Umberto Eco. Mirabile riscrittura in sole parole che iniziano con la lettera p (gioco che ha un nome che ora mi sfugge, oh saggio giocoliere Zop, illuminami).
Lo copincollo da qui (e vedo che non è neppure tutto intero).
Buona lettura. Vi saluto con l’altra mano.

Povero Pinocchio!

Povero papà (Peppe), palesemente provato
penuria, prende prestito polveroso pezzo
pino poi, perfettamente preparatolo,
pressarolo, pialla pialla, progetta
prefabbricarne pagliaccetto.
Prodigiosamente procrea, plasmando
plasticamente, piccolo pupo pel pelato,
pieghevole platano!
Perbacco! Pigola, pu˜ parlare, passeggiare,
percorrere perimetri, pestare pavimento,
precoce protagonista (per˜ provvisto
pallido pensiero), propenso produrre
pasticci. Pronunciando panzane protubera
propria proboscide pignosa, prolunga
prominente pungiglione, profilo puntuto.
Perde persino propri piedi piagati, perusti!
Piagnucola. Papà paziente provvede.
Pinocchio privo pomodori, panciavuota,
pela pere. Poco asciutto, pilucca
picciuolo. Padre, per provvedergli
prestazioni professorali, premurosamente
porta Pegno palandrana.
"Pensaci", punzecchialo peritissimo,
prudentissimo parassita parlante,
"prudenza, perseveranza! Prevedo pesanti
punizioni!" "Piantala petulante pignolo!"
Presuntuoso pupattolo percuote pedagogo
piccino piccino (plash!) producendone
poltiglia. Peccato. Poteva piuttosto
Porgergli padiglione.
Poi parte pimpante, privo pullover. Papà
piange preoccupato: "Pinocchio perduto!"
Pellegrino, percorre perennemente pianure
paludose … Pinocchio, pedala, pedala,
pervicacemente peregrinando per piazze,
partecipa pantonima pupazzetti, periclita
presso pentola, prende pochi pennies.
Pervenuto Pub Palinuro Purpureo, per
perfidia personaggi poco popolari (pirati,
paltronieri perdigiorno), penzola penoso patibolo.
Puella portentosa (parrucca pervinca)
provvede poliambulatorio pennuto,
parlagli predicando perfetti principi,
promettendo prossima pubertà, persino
parvenza piacente persona. Pinocchio
pare puntiglioso, persistente,
predeterminato. Palle. Parole. Parcamente
persegue positivi propositi. Preferisce
passatempi pestilenziali, percorsi
puntellati perigli paurosi, perdendo
possibilità parascolastiche. […]

 
(Povero Pinocchio, a cura di Umberto Eco, Edizioni Comix)

i rememberMessico 1970Mia mamma rimase sul…

i remember
Messico 1970

Mia mamma rimase sul balcone a fumare per tutti i supplementari di Italia-Germania 4-3: troppa tensione. Ma questo è un ricordo riferito. Io ero implume lì da qualche parte disinteressato.

Germania 1974
Ero un bimbo no football. Nonno edicolante interista provò mutare mio destino con album figu. Fallì. Non feci le figu, non vidi una partita una.

Argentina 1978
Scoperto il calcio proprio quell’estate. Nell’album delle figu c’era anche Facchetti. Che però in campo non c’era. La partita con l’Argentina era tipo a mezzanotte. Intavolata trattativa con genitori per restare sveglio. Babbo mi mandò a cagare. A letto. Al parco giochi giocavo in porta, che tutti gli altri sapevano già dribblare e io cominciavo allora, tardissimo a 10 anni, allora meglio usare le mani. Ricordo le sberle da 40 metri dell’Olanda nella rete di Zoff. Dittatura, dicevano i grandi. Davvero? Cos’è?

Spagna 1982
Il Mundial. Diventare campioni del mondo a 14 anni. Insieme a tutti i tuoi connazionali. Da qualche parte in cantina ho ancora tutte le Gazzette dello sport tutte 9 giugno – 11 luglio 1982. Chissà se sono piaciute ai topi. Italia-Brasile la vidi da Claudio. Suo padre era un tifoso sul serio. Parolacce comprese. "Rossi sei una sega" era il suo ritornello. Quel giorno lo disse solo una volta. Poi se lo rimangiò. La finale la registrai in formato porcophone su un’audiocassetta microfonando il tv. Fischiata la fine fui in strada: ero un tricolore vivente. Vidi Piazza Vittoria bollire. Poi nanna. Ero uscito coi genitori e quindi a casa presto. In seguito, ogni mio coetaneo mi raccontò quanto fu lunga e bollente quella notte: il minimo erano orge tricolori con ragazze delle superiori dalle grosse puppe.

Messico 1986
Avevamo appena scoperto la Gialappa’s. Che allora era ancora a RadioPop. Genitori al mare, partite notturne, grasse risate. Ma avevo la matura. E Platini mi fece il santo piacere di non distrarmi spedendoci a casa il giorno prima del tema. Amen. Lo stesso nonno di cui sopra scommise con me che la Germania avrebbe vinto la finale. Accettai.

Italia 1990
Totò. Hojos de puta. I rigori con l’Argentina li vidi nella sede della FGCI. Che non c’entra con la federazione gioco calcio.

Usa 1994
Laurearsi in pieno mondiale, a pochi giorni dalla finale. L’infermiera pazza e rissosa con cui uscivo. Il rigore di Baggio lo bestemmiai a casa di Ernie.

Fancia 1998
Primi mondiali visti (in parte) al lavoro. Ma il rigore di Di Biagio lo bestemmiai in una casa del centro tutta piena di studenti sfumaroli.

Giappone Corea 2002
Esultando sguaiato feci piangere la creatura che pisolava in culla accanto al divano. Era arrivata da pochi mesi. Dopo il golden gol andai dal notaio a sciogliere una società. Anche in quello ci avevo creduto.

Germania 2006

Quindi pare che abbia ricordi più nitidi di 20 anni fa che di 4.
Capita pure a voi o mi devo preoccupare?

agenda del giorno primaNetwork, o del nuovo…

agenda del giorno prima
Network, o del nuovo umanesimo digitale
Ieri sono andato q
ui.
Maestrini bravi e ospitali, relatori interessanti, pubblico attento. E attivo.
Torno a casa con una borsa di stimoli e una lista di link (dei relatori – alcuni dei quali non conoscevo – e dei temi di cui si è parlato e che puntualmente comparivano online sullo schermo).

Di scriverne di più, ci manca il tempo.
E poi lo ha già fatto
Valdemarin e anche Palmasco. E se ho ben capito presto ci sarà tutto quanto in podcast.

legamiAndrea e Donatella, domani…

legami
Andrea e Donatella, domani sposi
Sposi

Il bigliettino disegnato dalla creatura (qui in anteprima) mostra come alcune cose belle e importanti Andrea e Donatella le hanno già fatte prima del matrimonio.

viaggiStream of londonsness …

viaggi
Stream of londonsness
 

Low cost, late, treno addio, bus, quale? telefono, sms, telefono, bus, giusto, taxi (clandestaxi, pakitaxi), casa, giovanna, yellow, orange, yellow, blue wc (moquettato serio), nanna.
Drin, casa multicolor, finestra, vicinato, scoiattoli, breakfast, margarina (56% fat), bacon, bus 253, Euston, centro, cammina, british museum, africa, stele di rosetta (rosetta? fame?), mummia umana, mummia felina (fame? no), biblioteca, tramezzino, cammina, national gallery, van gogh (girasoli), cammina, che piazza eh? Sembra Trafalgar, cammina, uh soldati a cavallo, maddai,  big ben? Qui ora? Na, impossible darling, ohi ma che piazza è questa? eh? Piccadilly? impossibile, è dall’altra parte, ah appunto, bus, casa, pollo porri, sonno, notte.

Beppe, feste, breakfast, tube, cammina, tate modern, cammina, pub, fish&chips, cammina, bus, pub, cammina, home, pasta (with fungs)

Sabbath, ortodossi rapidi ovunque, cammina, ahia le gambe, bus, centro, carnaby, minchia, bancomat, gomiti fuori, maglioncino nuovo, pub, birra, fish&chips, shopping, yawn, cammina, shopping, yawn, ahia la gamba, cammina, shopping, ahia le palle, Spitalfield, circensi, bancarelle, cammina, notting hill, bello, dupalle, portobello (e patruno?), tardi, chiude, bus, amici, italian chiacchiere, paki restaurant (pakiserio: no alcol, tons of curry), corri, pub, chiude? carry me home, notte.

Alba (10.30), upper clapton (squirrels, ortodoss, muslims, isaac & ishmael), park, no cammina, riposa, zzz, libro, giornale, tai chi, hi hi, stop, via, cammina, bus, Bricklane, spezie, colori, musiche, mescolanze, kletzmer, grill, pub, shopping (a flower?), cammina, Piri piri chicken, ricammina, jasmin style, arabiantofole, farfadrillo, cammina, bus, home, pasta (zucchins&bacon), Ingeborg (inghi), pub, the swan (cantando more?), biliardo (gatto da tavolo verde).
Ronf sveglia, parto? No: camdem. Cammina, bus, cammina, canali, bancarelle, bus, casa, bacibaci, taxi, stansted, pub, fly, birghem, Beppemobile, tangenziale, ritiro creatura, casa. 

Altre immagini qui.

mondo crudele…

mondo crudele

Della cicogna e del pulcino

Questo blog si è aperto chiacchierando con una gallina.
L’altro giorno, la cicogna.


– Ciao Cicogna Bianca come ti va?
– Ciao… anche tu qui per quella storia?
– Quale? Ah quella dei bimbi, no no tranquilla. So tutto. Faccio da me. È Anche più divertente.
– Scusa?
– Accoppiarmi con mia moglie invece di costruirti il nido sul tetto.
– Contento te. Comunque io ho smesso. Fine del business bimbi, basta con le consegne a domicilio. Anche con URSS e Cina, fine forniture alimentari.
– Già. E vivi qui a Zerbolò.
– Per ora sì. Ora sto con questa tipa, un’indigena. Lei è del Canarazzo. Io invece son nato a Marrakesh, pensa te. Ma a settembre me ne torno a casa che si sta meglio.
– C’avete dato dentro eh?
– Prego?
– Intendo… bella famigliola.
– Quattro bocche da sfamare.
– Ma te, oh cicogna bianca, a proposito: si può sapere cosa mangi di preciso?
– Rane, rospi, topolini, lucertole, bisce, uova altrui, cuccioli di nutria, altri uccelli, quel che trovo insomma. Una volta… un gattino. Ma piccolo.
– Azz.
– Qui comunque il vitto è ottimo. E abbondante. Un po’ monotono se proprio vuoi sottilizzare.
– Ma cosa vi danno?
– Pulcini.
– Scherzi?
– Pulcini surgelati. Me ne pippo anche 75 al giorno. (tock tock tock sbatte il becco golosamente)
– Pulcini…
– Vuoi favorire? Van giù che è una meraviglia. Cara – aprendo il freezer – offriamo qualcosa al signore?

Se poi è vera quella storia della metempsicosi, devo ricordarmi di evitare l’effimero ruolo del pulcino congelato.

viaggiThis is London, I suppose…

viaggi
This is London, I suppose

Non ci sono mai stato. Ma nemmeno ho che so letto Ken Follett, non so chi siano i Franz Ferdinand, non sono mai entrato in un club privè.
E ora che ci penso non ho neppure finito la Gerusalemme liberata…
Di’ vaghiamo? No eh?

A Londra dunque, con Lady Burp fino a lunedì, ospiti della Zia Giò e raggiunti dal compagno Beppe. Compagno di Giò, ex compagno (di casa) mio, compagno compagno sotto molteplici lodevoli aspetti.
Si accettano dritte enogastronomiche (?), suggerimenti culturali (vedi, proprio lì c’era appeso Calvi), consigli per gli acquisti. Mio suocero ha chiesto un pacco di lamette Gillette. Che quelle originali (?) sì che tagliano bene.
(Commissario, ma che dice. Non è pieno di lamette il mio zaino sono solo 3 kg. Le ripeto che non sono un pericoloso terrorista no. Nemmeno barbiere, no, certo…)
Mio suocero è juventino.
(No Fabrizio, no! Non farlo!).

Voliamo low cost.
Un’altra cosa che non ho mai fatto è il sesso in quota. Il cantiere riproduttivo è pure aperto. Se si feconda lassù il nome è scritto inciso nelle nuvole: Ryan.

Il mio inglese non l’ho lucidato. È vispo e fedele quanto la doppietta dello zio Carluccio dietro la madia verde in solaio nella casa degli avi nei boschi sopra Bettola. L’ultima volta che ha preso una lepre, il mio inglese, è stato all’esame di maturità. Pinter si chiamava la lepre, Harold mi pare.
And compliments to my unforgettable teacher, mrs Ciarda, e il suo cane che faceva i tuffi a canale e la sua tecnica antistupro piegamignolo.
Thanks for all those very appassiunant lessons. All in italian, obviously.

Saluti, pace e bene.
Mi ricollego probably da Tottenham o giù di lì.
Read u soon.

Colori e parole

La creatura spesso disegna con la nonna, la mi’ mamma. Che a lungo insegnò proprio disegno. Così capita che la creatura ti mostri la maglietta col colletto blu oltremare. O ti chieda il pennarello ocra o quello indaco. In questi casi, mi scatta puntuale la madeleine delle tempere delle scuole medie: rosso carminio e vermiglione, marrone terra bruciata e terra di Siena.

Poi certo, tornando alla creatura: c’è anche dei colori difficili da dire.
C’è lo
stinfenziatore giallo per esempio.
Poi c’è il mio preferito: il color rosa shopping.