a jazz night in LinaròConcerto Burp…
a jazz night in Linarò
Concerto Burp Quintet: ottimo e abbondante!
In breve che non intendo sproloquiare. Ma sono e siamo molto contenti.
Il locale era praticamente pieno. Tanti amici, ex colleghe chiassose, pezzi di famiglia, vecchie volpi musicanti, facce nuove, compari di blog. Risultato importante dato che il locale ha fatto zero pubblicità. E tutto quanto è stato fatto da qui con queste due manine, con mail, sms, locandine, radio, blog ecc. Grazie assai di cuore a tutti quelli che hanno sparso la voce, girato mail o che ne hanno scritto sui propri blog o siti.
Update: ecco una foto.
(Mi dicono sia uscito anche un articolo su Il Giorno Pavia, firmato pare da Manuela Marziani che non conosco e comunque ringrazio).
La musica è andata bene, divertente per noi e per il pubblico. Standard riletti, ma non banalmente, con una qualche personalità che questo gruppo si sta costruendo e molto interplay. I miei pezzi sono venuti benone considerando l’assenza o quasi delle prove.
Il piano tra l’altro aveva una decina di tasti raffermi a centro tastiera. Il tasto raffermo è quanto di peggio un pianista possa incontrare. Anche detto tasto in marmo bianco, si distingue per la totale inaffidabilità della risposta al tocco. In pratica per farlo suonare gli devi dare una martellata ma secca e improvvisa. Lui allora si desta, emette la nota (ovviamente a volume elevatissimo) e per un po’ si sveglia e si comporta docilmente, proprio come un tasto normale. Poi dopo qualche minuto si incistisce nuovamente nella sua marmorea impenetrabilità e siamo daccapo. Suonando, inviavo maledizioni a catena a chi l’aveva conciato così.
Quindi infine, grazie a tutti quelli che sono venuti (ma anche a quelli che dovevano venire e hanno paccato), molti dei quali non sono neppure riuscito a salutare degnamente. Nè a offrire birre tanto per dire.
Grazie a Luana Pasi che ha fatto egregiamente l’ospite canora. (Detto tra noi: non trovate che un talento come il suo dovrebbe trovare modo di esibirsi più spesso?)
Grazie anche a chi è venuto in qualche modo a "lavorare", secondo la propria attitudine e passione: Tinez a far foto (ma sua è anche la locandina) e Marcus a filmare.
E ora via, alla ricerca di nuove date.
varieedeventualiRassegna confusaIn questi…
varieedeventuali
Rassegna confusa
In questi giorni mi sto dando da fare per promuovere il concerto di stasera. Mailing, locandine, comunicati stampa, passaparola, chiacchiera alla macchina del caffè. Persino una radioospitata nell’unica radio locale rimasta nel deserto etere pavese (Radio Ticino). Grazie a Beppe, Anna e Marzia che mi hanno invitato a Su il sipario l’altra sera (mamma, lo so che non hai trovato la sintonia, ti porto io la registrazione ok?).
Quindi appunto in questi giorni non ho letto i giornali. E ho le idee confuse.
Mi è parso di capire che il premier ha ormai vinto le elezioni.
Quelle americane.
Che sia lo zucchero sia le donne nude le abbiamo avute in dono dai fratelli yankee grazie al piano Marshall.
Che il discorso del premier ha fatto persino piangere Hilary.
O era Ilary?
Che ha mostrato mezza tetta in tv.
Del Festival ho sentito solo la canzone di Carlo Fava e Noa. Le altre non le ho ascoltate ma credo che questa resterà la mia preferita.
Che Aldo Grasso ha finalmente scritto chiaro e forte che Panariello non fa ridere.
Ci vediamo stasera, ciao.
jazz concertA night in LinaròDove la…
jazz concert
A night in Linarò
Dove la ò finale di Linarò(lo) va pronunciata chiusa verso la u (oeu), alla pavese insomma.
Ecco bene, vedo che alcuni di voi (i pavesi, appunto) son già bravissimi. Gli altri vengano in loco a sentire buona musica e far pratica di ò (oeu).
Potrebbe essere l’occasione per offire alcune delle birre che ogni tanto metto in palio qui ad minchiam e che i più pignoli tra voi avranno metodicamente segnato sull’agenda.
Giovedì 2 marzo, ore 22
Bluestage di Linarolo (PV), qui come arrivarci facile facile.
good vibrationsIl prezzo del piacereOrmai…
good vibrations
Il prezzo del piacere
Ormai è evidente: sono di moda, completamente sdoganati. Escono sempre spesso sui magazine femminili, se ne producono anche firmati, di lusso. Le ricerche (immagino quelle pagate dai produttori) dicono che ogni donna un minimo a la page ne ha almeno uno.
Di ieri la notizia che li vendono anche in farmacia. Sì, a 65 e 75 €. Meco.
Ora, si sa che il farmacista insomma è uno che sa vendere e guadagnare. Lo diceva anche Elio.
Chissà che accade se di fronte al prezzo fate una faccia da "azz quanto!" e provate a dirgli: "Vabbè, mi dà il generico?".
agenda musicaleIl jazz al Bluestage di…
agenda musicale
Il jazz al Bluestage di Linarolo
A Pavia di solito ti capita che per ascoltare del jazz devi andare a Milano.
Però da qualche tempo c’è un bel localino fuori città con la sua serata jazz tutti i giovedì. (Ehi guai a chi pensa che lo scrivo qui e ora solo perché giovedì prossimo ci suono io). È il Bluestage di Linarolo, comodamente raggiungibile in 10 minuti sulal statale per Lodi-Cremona.
La programmazione è prevalentemente blues, ma appunto il giovedì c’è del jazz.
La settimana scorsa il trio di Piero Bassini (c’ero), domani quintetto di Visibelli (ci vado), giovedì prossimo un gruppo chiamato… guarda che combinazione! Burp Quintet (eccomi, olè, trakkete appollaiato sul piano).
Mi piacerebbe vedervi in parecchi giovedì prossimo da quelle parti. Se poi spargete la voce e portate degli amici, be’ più siamo più ci divertiamo.
dal paese delle meravigliePrincipe? Rospo?…
dal paese delle meraviglie
Principe? Rospo? Cavallo? Bestia?
Sono seriamente preoccupato. Temo di non potermi degnamente mascherare a carnevale. Io volevo continuare con i travestimenti animali: due anni or sono i leopardi, l’anno scorso i pappagalli. Ma la creatura ha posto il veto: "Io mi vesto da principessa". Sottintendendo "te babbo, se proprio vuoi fare il buffone arrangiati".
In più quella santa donna di mia madre, memore della fatica spesa nel costume meraviglioso dell’anno scorso, ha detto "col cavolo che ti rifaccio un costume, ranges".
Dato che comunque un collegamento con la maschera della creatura andrebbe mantenuto – per salvare almeno gli intenti apparenti di tale buffonata – vi chiedo aiuto e lancio il concorso: cosa si abbina bene a una principessa?
insegnare bene oggi: possibile?La scuola dei…
insegnare bene oggi: possibile?
La scuola dei panda raccontata a un cane, con una pulce in più
Sul Foglio di oggi (il pdf, qui a p. 2) c’è un pezzo di Annalena Benini su La scuola raccontata al mio cane, di Paola Mastrocola. Libro letto e apprezzatissimo e consigliatissimo da queste parti, soprattutto a chi si sente un panda sulla cattedra.
L’articolo non è tanto sul libro, quando sul come esso sta viaggiando grazie al passaparola tra una cattedra e una sala professori. Grazie al passaparola, appunto. A me pareva che un libro così ben scritto, che riesce a dire belle chiare alcune cose terribili sul presente della scuola e sul futuro di tutti noi (cioè i ggiovvani), che un libro siffatto meritasse ben altra attenzione da parte dei media. E l’ottima Benini mi mette la pulce. Anzi, riporta la pulce dell’autrice medesima: "Quando è uscito il mio primo libro, ‘La gallina volante’, nel 2000 non si poteva parlar male della scuola perché la sinistra era al governo e stava facendo la riforma… era da pazzi no?" Sottinteso: meglio aspettare l’era Moratti per parlar del libro. Anche se la riforma da cui sono cominciati gli ultimi guai è quella firmata Berlinguer.
Allora punto 1. sul libro: più si parla di questo libro e più insegnanti e genitori (e ragazzi?) lo leggono, meglio è.
Punto 2, sulla pulce: beh, diamine, 50 anni di egemonia culturale della sinistra serviranno pure a qualcosa no?
consumare meno, consumare meglio Smorz ‘e…
consumare meno, consumare meglio
Smorz ‘e light, baby.
Ma sii felice uguale.
E se senti freddo, diamine, stringiamoci di più.
Qui, tutte le informazioni.
XX Giochi Olimpici Invernali: Torino caput…
XX Giochi Olimpici Invernali: Torino caput mundi
La bocca aperta del bogianen nella Torino sgargiante
Non scopro nulla, segnalando il più bel pezzo torinese sulla Torino dei Giochi.
È lungo ma merita. Meriterebbe anche una ripresa dai media tradizionali, direi. O un link dai siti ufficiali.
Bravo Suzuki.
Un nuovo inboccallupo a tutti quelli che si sbattono per l’evento torinese.
radio onlineCoverville di Brian Ibbott: fior…
radio online
Coverville di Brian Ibbott: fior di podcasting
Lui si chiama Brian Ibbott, ha più o meno la mia età, vive in Colorado e da qualche mese – da quando Lisagialla me lo presentò – è il mio dj preferito.
Brian è uno di noi. Uno di quelli che hanno investito parte della propria inquieta adolescenza nella paziente preparazione di compilation (su audiocassette e poi su cd) per amici, fidanzate, ex fidanzate, cuggini, nipoti, suocere.
Brian ha da sempre la passione per le cover (canzoni reinterpretate da altro autore o esecutore), cover che evidentemente colleziona. Appena la tecnologia glielo ha permesso, Brian zacckete, ha realizzato un suo piccolo sogno: ha messo su Coverville, trasmissione radio in podcasting. Tre volte alla settimana si confeziona la sua trasmissione a base di cover e la mette online. Dai 30 ai 50 minuti di audio in mp3 a 128k, con una mezza dozzina di canzoni, presentate e commentate.
Brian finora ha postato oltre 170 trasmissioni. Lo ascoltano e lo scaricano in parecchi. Sempre in regola coi diritti di trasmissione dei brani, Brian ha cresciuto il suo podcast grazie agli ascoltatori più fedeli, ha introdotto rubriche, interviste, trivia. Non poche aziende lo corteggiano per gli spazi pubblicitari, Businessweek ha scritto di lui (qui altre interviste). Noi lo si è anche votato in un referendum online sui migliori podcast.
Tra le sue cover si trova di tutto: interpretazioni curiose, valorizzazioni di gemme misconosciute, tremende riletture, cambi d’atmosfera e di stile, salti di squalo, pali, frasche. Ci sono insomma splendori e anche orrori. Per me che non mi collego a circuiti p2p e ascolto poca musica pop rock, Coverville è un modo stimolante per scoprire nuovi gruppi, ripassare grandi classici rivisitati. Certo, se poi uno ha del tempo da investire, con un semplice editor audio si sbobina le trasmissioni e mette su una libreria di cover che non teme confronti.
Insomma, Brian ha avuto un’idea e ha la costanza di svilupparla. Il podcasting artigianale che ha successo è fatto di poche cose: una buona idea e il tempo e le energie per farla vivere.
Gli ho scritto un’email e non mi ha ancora risposto. Ma non fa nulla. Io sostengo che è molto indaffarato.
I miei amichetti dicono che sta ancora ridendo per come cominciava l’email: “Hi Brian, and compliments!”.