musica e reteCaro diario, era finta quella…
musica e rete
Caro diario, era finta quella chitarra che rompevo sul palco
Che cos’hanno in comune Pete Townsend, i Franz Ferdinand, Otmar Liebert, i Bad Plus, Brian May, Robert Fripp, Tony Levin, Belle & Sebastian, Moby e molti altri ancora?
Che sono musicisti dici? Facile.
Che sono musicisti che hanno un loro blog.
Qui la lista completa. (Il suggerimento sui Bad Plus, invece, arriva da Fugaz, via Paris, merci.
Musicalmente io sono felicemente schiavo di Coverville. La prossima settimana vi racconto.
libri di bloggerLa ragazza che faceva…
libri di blogger
La ragazza che faceva compilation che nessuno ascolterà
Apprendo da Repubblica, non online, che è uscito per Einaudi Guide pratiche per adolescenti introversi, di Margherita F.
Che questa ragazzina avesse del talento non l’ho certo scoperto io.
Io le avevo solo fatto gli auguri.
appuntamenti musicaliDomenica sera a Sesto…
appuntamenti musicali
Domenica sera a Sesto coi PG Time
Allora, se ti piace la musica live e magari in particolare quella di Peter Gabriel e sei qua in zona Milano (o magari ti va di far dei chilometri) e se domenica 30 ottobre alla sera non hai ancora impegni, vabbè non te li puoi perdere.
I PG Time a Sesto S. Giovanni, dico.
All’Indian’s Saloon, un locale che – ne sono certo – è molto più bello del sito web che si ritrova.
I PG Time invece li trovi qui. Sono bravi e insomma che dire… c’è dei gran pezzi di Peter Gabriel appunto. Hanno suonato anche con Rachel Z. E io ne ho già scritto qua e qui.
No, io non suono con loro. Però il cantante è uno che – dicono – mi somiglia molto. E lui si incazza quando glielo dicono. E io pure. Insomma è mio fratello.
Ci si vede lì?
Lebensgefährtin o Lebensabschnittgefährtin? Questo è il problema…
– Anvedi ‘sta gnoc… azz, la solita bakku-shan.
– “Sì, nel letto ma sesso no, ti dico. Solo un po’ di queesting e via.”
– “E ora? Che c’è che non va? Il mata ego ti si legge in faccia…”
– Un sentiero di karelu sui suoi fianchi nudi. Chiusi gli occhi. Da bambino volevo fare l’esploratore.
– “Guarda che col metal hai esagerato… Secondo me ‘sto bambino è tutto sordo. Nessuno resiste al mio faamiti…”
– “L’anniversario, cazzo! Che giorno è oggi?” disse con un panapo’o.
– “Credimi, era destino: il mamihlapimatapei che ci siamo scambiati non lasciava scampo”.
No, non fare quella faccia. Ora mi spiego.
C’è in giro questo libro, The meaning of Tingo, di Adam jacot de Boinot, che raccoglie da parecchie lingue le espressioni e le parole intraducibili. Se non con acrobazie e perifrasi. A volte c’è dentro persino un po’ di poesia.
Qui sopra ne ho usate alcune tratte dal pezzo di Repubblica, cui ti rimando per la traduzione.
L’unica italiana del libro qual è dici? L’avresti mai detto?
fotografo per casoFaster and fasterLa mia…
fotografo per caso
Faster and faster
La mia gallery su Flickr.
dal paese delle meraviglieIl gioco…
dal paese delle meraviglie
Il gioco dell’animale astratto: regole ed esempio. E domanda
Ecco, allora adesso prendiamo un foglio bianco e facciamo una riga o uno sgorbio per uno col pennarellone nero.
Poi questo disegno lo coloriamo un po’ per uno come ci pare e piace, un colore per ogni "pezzo".
E alla fine vedrai che viene fuori un animale. Quale ora non lo so, lo sapremo solo alla fine. Ricalcheremo i suoi contorni di nuovo col pennarellone e poi cercheremo di capire che animale è.
A me sembra una strana specie di gufo con le orecchie rotonde.
A voi che vi pare?
musica &…
musica & bimbi
Crescercantando
L’altro ieri mi sono regalato un’ora per me e sono sceso qui sotto alla Libreria dei ragazzi (ne avevo già scritto qui).
C’era "A scuola tutti in coro", un incontro con Crescercantando. Non sapevo altro. Solo che si sarebbe parlato di musica ed educazione musicale dei pargoli. E che un coro avrebbe cantato qualcosa.
Un’ora dopo sono venuto via bello contento, dopo aver:
– visto e ascoltato un coro di una trentina di bimbi a occhio tra i 7 e i 10 anni, tanto eleganti quanto intonati e ritmati. Repertorio gospel, tuniche d’ordinanza, bravi e disciplinati. Nessuna acrobazia intendiamoci, nessun virtuosismo, né polifonie. Bambini normali che cantavano insieme, bene, con tanta energia, divertendosi. Dove sta la novità dici? Sta che per come è messa oggi la scuola (e l’educazione musicale appunto) è proprio raro vedere certi spettacoli.
– registrato parte del miniconcerto su mp3, per riproporlo più tardi a casa alla creatura e soprattutto al mio soul-fratello. Sulla cui ruvida rock-guancia si è disegnata una vasta ruga di simpatia. "Bravi. Sarebbe bello fare un concerto assieme… È una pazzia? Gli si manda il cd?"
– ascoltato le testimonianze di alcune delle persone che hanno inventato e fatto crescere questo progetto. E che hanno e dimostrano molta passione e ne traggono ampia e visibile soddisfazione. E che sanno parlare in modo semplice a un pubblico misto di adulti indaffarati e bimbi quieti ma non ancora per molto (“abbiamo fame, merenda?” la vocina che ha chiuso l’incontro).
– conosciuto e ascoltato una delle persone che si sono inventate Sette veli intorno al re, un disco che la creatura ascolta da qualche mese. Un bel progetto, complimenti.
– riaccarezzato l’idea di tirar fuori dal cassetto quel progetto di scrittura di canzoni per bimbi che siano davvero adatte e rispettose. Educative, creative e stimolanti anche dal punto di vista musicale.
– aggrottato la fronte in un grosso punto di domanda sul metodo Goitre. Una cosa che ancora non conosco, ma che – se ho inteso bene – fosse esitita trent’anni fa, forse mi avrebbe aiutato a superare il trauma del setticlavio. Da cui mai più mi ripresi, per altro.
– considerato, come sempre più spesso accade quando mi trovo in mezzo ai bimbi e alla musica (specie se combinati) che assai probabilmente ho sbagliato lavoro. Ma, come diceva se non erro Tom Robbins, “Non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice”.
Sì, ma a che serve?
Questo è un appunto volante. Chiamiamolo per ora il gioco del cieco. O del bendato. Non so come si chiamerà da grande, questo gioco dico.
Però ci si può lavorare su.
Molto semplicemente si chiede alla creatura di descrivere le cose o le loro funzioni. Io sono cieco, non ho mai visto un cavallo. Mi dici com’è fatto e a cosa serve.
Però se lo fate, limitatevi alle cose. O rassegnatevi alla sintetica precisione con cui la creatura descrive in poche parole le vostre vite.
“La mamma serve per cucinare, andare a lavorare, mettere a posto”.
Lady Burp, che in quel preciso momento stava giusto rigovernando, ha singhiozzato forte.
Non ho osato chiedere a cosa serve il papà.
chi cerca trova. e a volte trova…
chi cerca trova. e a volte trova me
Variedeventuali
Tra i miei referrer di questo mese, segnalo i 3 accessi con la frase virgolettata "dopo me la dai".
Chissà cosa cercavano. Hanno trovato un cd che li aiuterà.
Per la cronaca, con una certa inquietudine, segnalo che qualcuno è arrivato da queste parti cercando:
– brani con il trapassato remoto
tv e divano (più divano che…
tv e divano (più divano che tv)
Andamento lento
È che mi sono addormentato dopo gipsy Crozza (spettacolo!), cui mettiamo un bel voto. E che è l’unica cosa che salverei di uno spettacolo tanto atteso e temuto quanto noiosetto. Oggi leggerò sui giornali cosa mi sono perso dormendo sul divano. Luisa Ranieri per esempio, e George dabaliù Crozza.