vabbè allora…

vabbè allora tagghiamoci 
Ricordati di comprare il petrolio per le lampade 
Saranno stati due anni che mi ero appuntato ‘sta cosa: “ricordati di andare a studiare in Splinder come funzionano le categorie dei post e di usarle.”
Che io le trovo comode. Soprattutto quando capito in un posto nuovo e in breve devo capire se c’è dell’arrosto.
Ieri sono andato a fare ‘sta cosa.
E le categorie non ci sono più. Ci sono i tag.

Voi li usate? Contenti?

Intanto da una decina di giorni ho ridotto i post visibili in homepage. Che ogni tanto posto le foto e quando ho provato a collegarmi senza linea veloce, tempo che si è aperto il blog avevo messo su un paio di kg.
Restano aperte le altre questioni: cambiamo il template? Mettiamo la pubblicità? Come faccio a far scaricare la mia musica via blog?
E soprattutto: devo pagare le spese condominiali, mi ricorderò di farlo?

(Prova di tinez in nuova finestra.)

blog e comunicazione politicaProdi bocciato,…

blog e comunicazione politica
Prodi bocciato, Scalfarotto promosso

Sul sito dell’Osservatorio di Pavia – e per la precisione qui – c’è un mio articolo sui blog dei politici italiani.
Se volete dirmi che ne pensate, fatelo qui sul blog, o in mail. Grazie.

W l’Italia, l’Italia devoluta

All’asilo della creatura, quest’anno si studiano i popoli del mondo. Si parte dall’Italia.
La settimana scorsa mi ha detto che tutto attorno all’Italia c’è il mare. Poi ha cominciato a canticchiare fratelliditalia fratelliditalia. Che è la canzone dell’innodimameli. Ieri mi ha detto che a Roma c’è la legge. Cioè, dei signori importanti che fanno le leggi.

Un giorno forse mi toccherà raccontarle com’era questo paese prima della devolution. E allora, grazie a Corrado che me lo segnala, mi metto da parte questo articolo di Claudio Magris.

Il termine «devolution» non è tanto una parola che esprima un concetto, quanto un rumore, come quelli che il corpo talora emette anche involontariamente, magari con effetti socialmente imbarazzanti; un segnale convenuto di riconoscimento fra simili, come il fischio di certi animali o quello irriferibile immortalato da una celebre canzone goliardica.

senza turarsi il nasoDedicato a chi ha…

senza turarsi il naso
Dedicato a chi ha rotto il guscio

Sul blog di Scalfarotto proseguono i commenti al risultato delle primarie, commenti innescati dalla pubblicazione delle mail ricevute. Va da sé che anche da queste parti quei 25mila voti ci siano sembrati pochi. E che speravamo che la settimana cominciasse sotto un’altra luce.

Qui si è firmato e votato. Ma c’è chi ha fatto parecchio di più.
Mi piace molto il post in cui Manuela racconta la sua esperienza per/con Scalfarotto: da cellula dormiente alla decisione di "continuare a partecipare".

proposte indecentiVendo tutto e cambio vitaIl…

proposte indecenti
Vendo tutto e cambio vita
Il primo che passa di qua e mi mette in mano 23.146 dollari e 14 centesimi, gli lascio le chiavi di casa.
La cifra non la butto a caso: esce da qui, "Quanto vale il tuo blog?".
Intanto io comincio a pensre a cosa fare col gruzzolo.

immaginiObiettivamente belle, no?Insomma…

immagini
Obiettivamente belle, no?
OcchioInsomma ecco. Il mondo è piccolo. E i fotografi bravi parecchi. Ma non parlo dei grossi nomi, che pure ci sono ma che io, da semplice contemplatore autodidatta (e sporadico coglitore di istanti), non conosco. Parlo del fotografo della porta accanto. Dell’amico che d’un tratto scopri che ha la passione per la fotografia. E che sa il fatto suo. E mentre una volta avrebbe dovuto invitarti a casa sua e mostrarti un book, ora ti manda un mail con un link e via. Fatto. In un attimo sei dentro nel suo mondo.

Così dopo aver conosciuto Tinez (che poi si è anche aperto un blog) e aver ammirato la sua gallery (se le vedete "lucchettate" è perché prima dovete dichiarare di essere legalmente in grado di vedere dell’epidermide esposta), ora volentieri spendo due parole sull’amico Luca, che per altro conosco da 20 anni e più. Ma la cui "arte" non avevo mai indagato per bene.

Le foto di Luca hanno almeno due pregi evidenti e costanti. Uno è il bianco e nero. E l’altro scopritelo da voi. Dando un’occhiata qui.

chi cerca trova trova trova e poi si…

chi cerca trova trova trova e poi si dimentica cosa cercava
Guidati dalla Serendipity in un’interminabile jam session
Ecco, hai presente quando cerchi una cosa e ne trovi un’altra? A me capita molto spesso che poi quest’altra sia più utile o affascinante in quel momento di quella che cercavo in origine. Mi capita di frequente sul web. Ma magari anche nel frigo o in cantina.
Se poi qualcuno vuole ragionarci su e fare un sondaggio… Quanti siamo figli della Serendipity? Facciamo una loggia? Una setta? I Serendipitici? I trovatori casuali? Gli incontrarobe?

Bando alle ciance. Oggi non so più cosa cercavo e ho trovato del jazz. Destino.
In una paginozza vecchio stile, webdesign preistorico ma contenuti interessanti. Si chiama L’angolo del jazz ed è una pagina del Conservatorio di La Spezia.

Segnalo al volo:
Una bella raccolta di consigli di Piero Leveratto Come sopravvivere a una jam session, senza farsi troppo male. Interessante per la completezza e la catalogazione. Offre anchespunti di riflessione (e per me pure di "autoanalisi") sulla ripetitività di certi repertori.
Un glossario dei termini usati nel jazz.
La storia del jazz in 20 righe (mica facile!).
La storia del jazz in 50 dischi (per lo più tradizionali e classici, ché giustamente i contemporanei si fa ancora a tempo a sentirli dal vivo).

Se invece sei capitato qui per altri motivi (sui quali preferisco non indagare) ma ora ti interessa la Serendipity, allora leggi questo post di Creativeclassics (e relativo allegato), Serendipity, il caso aiuta i creativi.

sante parole"La cocaina è il…

sante parole
"La cocaina è il segnale che dio ti manda
per dirti che hai fatto troppi soldi"

Mi pare strano che nessuno in questi giorni citi questa battuta di Robin Williams.

E non ho ancora sentito Princesa di De Andrè come musica di commento di qualche speciale tv.
Ma arriverà.

serie tv: magazineSeries: una sola…

serie tv: magazine
Series: una sola lode 
Ho visto e sfogliato Series. A mio rapidissimo e sindacabilissimo giudizio, di bello da leggere (ah ma se vi accontentate delle foto il discorso cambia) c’è solo un breve pezzo di Matteo B. Bianchi su Six Feet Under: "Due amanti uomini che si sono conosciuti in chiesa, un gay di colore che fa lo sbirro, una coppia gay che invece di mostrare positività non fa altro che accusarsi a vicenda… In due soli personaggi il creatore della serie Alan Ball (American Beauty, ndZB) è riuscito a riunire più contrasti e più realtà di quanto abbiano fatto intere stagioni di altri show."

Six Feet è in onda su Italia1 se non erro il mercoledì verso le 23. In queste puntate, fate caso alla dinamica (e ai dialoghi) tra Nate e Lisa sulla gestione della neonata. Capolavoro di pura banalità domestica, nevrosi e insicurezza del quotidiano spiazzamento di una coppia (la loro è pure un po’ strana come coppia) davanti all’irrompere di un neonato e delle sue necessità. Potrebbe esservi utile un giorno…

Sul primo numero di Series, trovate un germoglio di discussione qui e nei commenti qui (compreso lo scivolino finale di un redattore che si finge pubblico, poi vede la sua mail scritta lì e allora fa retromarcia. Ma sarà vero?). Il fatto è, come dice SuperBimba, che noi pubblico di competenti appassionati non siamo il target di un magazine così. E anzi un po’ ci infastidisce pure vedere le nostre serie buttate lì in quel modo tra la fotona patinata e il testo poco brillante. Però se davvero vogliamo che il target degli appassionati cresca, qualcosina bisogna dargli, no? Anche un magazine così allora magari va bene. Qualche infamia e una sola lode. Comunque meglio di quella gelida ciofeca di Telefilm Magazine.

Ah, anche Matteo B. Bianchi ha il blog.
Come Elio, Bisio, Luttazzi e Angelo Ferrari che probabilmente non sapete chi è, ma se volete gettare un occhio dentro l’Isola dei Famosi, beh chi meglio del regista in trasferta a Samanà?

UPDATE: e naturalmente – dice Cinzia – anche Matteo Bordone di Dispenser ce l’ha il suo bravo blog. Un dì lo scoprimmo e mai più vi ritornammo, bastardi tempi cupi e veloci.

my music Weekend con un certo grooveGerminal…

my music
Weekend con un certo groove
grammofono BNGerminal di Taggia pieno di gente tutta prenotata, pubblico attento. Buon concerto, con Fabrizio Bruzzone validissimo contrabbasista ospite.
Su St. Thomas sbocciavano poliritmi inediti.
Dalla cucina sbocciava uno stoccafisso acconciato, ma acconciato così bene che a momenti me lo portavo fin sul palco.

demasax BNA XXMiglia Moscabianca elegante e accogliente grazie ad Alex, che, come tutti i gestori di locali pazzi per il jazz, va elogiato e incoraggiato prima che lo rinchiudano in un’oasi per specie protette. Buon concerto anche qui. Va da sé che il pianoforte vero, quando c’è, fa la differenza.
Sul tardi si presenta Fabrizio, privo del suo contrabbasso imbraccia il soprano e poi la chitarra. In quel momento il brano è il modalone Footprints, che allora si allarga, si allunga, insomma lievita un bel po’. Miles, dovunque sia in quel mentre, socchiude un occhio e ghigna soddisfatto. La Moscabianca ci reinvita tutti quanti domenica prossima, per una jam con il trio di Alberto Marsico.

Punz BNCosì domenica sera vado a nanna alle 2. E alle 5.30 suona la sveglia. Scendo sull’Aurelia, acchiappo un bus e poi un treno zeppo e zozzo per l’ufficio. Arrivo alle 11 canticchiando Everything happens to me. Quando mi risiedo qui non so se mi fa più male la capa o la schiena, che son tutto un groove di dolorini interattivi (un bad grooviglio?).

Insomma questi due localini non son proprio dietro l’angolo. Ma vale proprio la pena. 

* Se volete vedere le foto più grandine, cliccate qui.